A questo punto piazziamo anche l'articolo del link iniziale:
Arieccome qua. Nel topic dedicato a LE avevo scritto a inizio campionato che gli allenatori del tipo di LE (disciplina, regole, tattica, gioco) hanno spesso andamenti analoghi: cominciano con difficoltà, poi raramente subiscono batoste, quindi, dopo 10-15-20 partite, cominciano a volare . dalle nostre parti, così fecero eriksson e spalletti, in parte liedholm; all'estero, emblematico van gaal al bayern o michels al barca.
Non credo proprio che vedremo la roma ‘volare’ almeno per quest’anno. Ma di certo assistiamo a un trend ‘in salita’ e che non credo si esaurirà a maggio come accade spesso alle squadre di ranieri, p.e.
Torno a scrivere avendo dato a LE il tempo di impostare la sua squadra. l'ultima volta avevo scritto 2 cose su tutte:
- la squadra giocava con un modulo diverso da quello classico del barca: 4312 invece del 433 classico, con un trequartista e due punte più centrali di quanto invece non sia previsto in quel 433 dove le punte partono larghissime.
- la rosa non era adatta per quel 433 classico, e quindi LE era stato costretto a fare 2 cose in una: applicare la sua filosofia alla squadra e al contempo applicarla a un modulo diverso da quello classico del barca.
adesso che la squadra sta assumendo la sua fisionomia, entrambe questi concetti trovano conferma. che la rosa non sia quella ideale, lo ha spiegato Sacchi (http://www.teleradiostereo.it/news/spor ... iano_quot_) pochi giorni fa; che le due punte abbiano finalmente acquisito la capacità di stare più larghe, consentendo maggior pressing e ampiezza, sta entrando nel dire comune (lo scrive p.e. ghiacci sul CdSport: "soprattutto con la nuova veste che hanno le punte di LE che partono da posizioni larghissime, quasi dalla linea laterale.")
con questo post voglio far ragionare su alcuni aspetti:
- 1. aspetto tecnico: la roma migliorerà nella misura in cui si avvicinerà al 433 - fermo restando che totti è totti. In modo particolare, riuscendo ad aprire il campo in attacco.
- 2. aspetto gestionale: LE non ha cambiato nulla nel suo atteggiamento originale. sta applicando la filosofia che voleva: quello che si vuole intendere come cambiamento - escludendo quelli in malafede, e considerando solo quelli in buonafede (pistilli del CdS: http://www.laroma24.it/index.php?show=a ... rtid=57942) non è che l'esito di quello che un coach dalla mentalità 'scientifica' fa: sperimentare. E fermo restando che certamente avrà corretto alcuni suoi atteggiamenti, è evidente che non sia questo da sottolineare quanto la capacità di impiantare in italia questo tipo di calcio.
- 3. team building: Non vorrei essere troppo pedante, ma il percorso di LE sembra rispondere chiaramente ai processi tipici delle dinamiche di gruppo - termine con cui si indica l'evolversi delle relazioni nel gruppo durante i processi di Team Building - costruzione di una squadra (in qualsiasi ambito lavorativo). In rete c'è un bell'esempio di alcune teorie applicate alla stagione 09-10 del Bayern di Van Gaal. Il che spiega come non sia casuale che la roma sia esplosa dopo il crollo di firenze.
- 4. aspetto disciplinare: mettiamoci in testa che ci sono 2 cose che valgono come e più di un grande calciatore: la disciplina e la compattezza di una rosa scelta. ancora, non è un caso che la roma sia esplosa dopo la punizione a osvaldo. LE è il classico "minimalista": meglio ho e meglio faccio. spero che il mercato di gennaio non ingrassi la rosa disattendendo il volere di LE, solo per opportunità di mercato o metta in squadra gente professionalmente inadatta.
Vediamo i punti uno alla volta.
1. Tecnica
Ampiezza del campo.
Rispetto all’inizio, le punte hanno acquisito più larghezza. LE non ha cambiato il modo di giocare. che le punte debbano allargarsi è nella ragione di questo tipo di calcio, questo faceva nolito nel BB e questo fanno i grandi del barca.
In fase offensiva, questo consente la creazione degli spazi che aprono la difesa avversaria; in fase senza palla, migliorano l’esecuzione del pressing offensivo (un tratto questo , che il calcio di LE esalta più di quello p.e. di Gaurdiola).
il risultato è stato che totti tira finalmente in area di rigore, cosa che nella prima parte di stagione - fino a rm-atalanta - non aveva mai fatto (http://soccernet.espn.go.com/gamecast?id=327204&cc=5739. Alla voce Gamecast potete vedere le zone di calore di tutti i giocatori e le posizioni medie.). questo xke il grande lavoro delle punte larghe, schiaccia naturalmente il trequartista più sotto. totti è chiaramente un grande metronomo a tutto-centrocampo, ma adesso può finalmente arrivare a concludere come una punta.
Tuttavia credo che la Roma sfrutti ancora troppo poco l’ampiezza del campo. Lo dimostrano anche le statistiche: la roma ha addirittura 3 punti % (un’enormità!) sulla seconda in quanto ad azioni centrali.
[img]
http://img252.imageshack.us/img252/5056/statistics.png[/img]
(dati da http://www.whoscored.com/Regions/108/To ... -2011-2012)
L’incapacità di aprire il campo sfruttando le fasce determina quella carenza di spazi in fase offensiva che tutti vediamo in ogni partita.
Questo avviene non solo perché Rosi e taddei non sono maicon e roberto carlos ma anche e soprattutto perché la roma ha il suo paradosso (forza e limite) nel mezzo: l’asse centrale che ruota attorno a Totti è la base della fase offensiva, ma il convergere del gioco nel mezzo strozza gli spazi. Questa roma andrebbe meglio con uno molto meno bravo di totti in mezzo ma con 2 sulle fasce più bravi di quelli che abbiamo.
Non è un caso che la Roma abbia cominciato a fare risultati quando pjanic ha fatto meno assist e lamela (ma anche taddei) grandi prestazioni sulle zone di fascia. E’ un segno che la squadra cerca spazi sui lati e che facendo così, è più efficace.
Penso che se dobbiamo fare mercato, va preso qualcuno che crea differenza sull’esterno.
Credo che questa mancanza di ampiezza sia una delle cose principali da risolvere, e quella che darà alla roma la profondità necessaria.
Pressing offensivo.
Ormai è poi chiaro che il pressing offensivo è l’altra arma dell’attacco (“difendere attaccando”, come spesso insiste Cruyff), un tratto molto caro al calcio di LE, e che lo contarddistingue da quello di Guardiola. Gli ultimi 2 gol contro la fiorentina sono esattamente i gol che segnava il Barcelona B di LE, con la punta che attacca il difensore strappando un’opzione da gol, trovandosi subito 1-2 compagni a cui può dare il pallone. Non il pressing di una singola punta dunque, ma un pressing collettivo di reparto.
Legando il discorso sul pressing a quello sull’ampiezza, va sottolineato (come spiega bene ZM: http://www.zonalmarking.net/2011/12/14/ ... barcelona/) che le due punte centrali possono essere messe nella condizione di gicoare nella zona preferita (centrale) a condizione che la squadra pressi alta e i due esterni occupino le zone laterali alte, consentendo a osvaldo/bojan/lamela di andare in area.
Fase senza palla.
L’altro grande problema è che la roma concede troppi tiri. Questo è dovuto non tanto all’uso del possesso palla, ma semmai, paradossalmente, al suo uso ancora incompleto, accompagnato da una carenza in quelli che sono i due modi alternativi di riconquistare la palla: il tackle o l’intercettazione della palla. Il primo è chiaramente stato sfavorito da LE (la roma è ultima in serie a per i contrasti), che sta cercando di insegnare il secondo, tipico del calcio spagnolo. Diciamo che Juve e Barca sono due riferimenti utili per capire: la Juve tiene palla ma picchia, utilizzando molto il contrasto; il Barca tiene palla talmente a lungo, perchè non ha bisogno di contrastare e fa la fase di intercettazione come nessuno. Per ora noi non siamo né carne né pesce, ma la nostra forza è che sappiamo dove vogliamo andare, quindi sarà solo questione di tempo e applicazione. Migliorare il possesso palla e l’aspetto posizionale nella fase senza palla, queste le due strade prioritarie da percorrere.
Qui entra il ballo anche un discorso sull’italianità che riprendo alla fine: insegnare a una squadra non della Liga un calcio fatto di possesso palla e intercettazione è molto duro, non a caso i due pesci fuor d’acqua sono proprio i 2 spagnoli! Ma se LE non dà credito ai contrasti è perché vuole che la squadra pensi sempre in termini di posizionamento e conseguente intercettazione.
Riassunto.
Credo che LE, in linea di massima, stia costruendo la squadra a fasi successive (tra parentesi la partita in cui abbiamo visto il progresso):
- concepire il possesso palla come base di tutto (roma-psg)
- impostare il perno de rossi, facendo acquisire i movimenti che trasformano la difesa a 4 in difesa a 3 (2 + de rossi) (roma-cagliari)
- far acquisire alla squadra l'anomalia dei due esterni di centrocampo, che non sono terzini (roma-atalanta)
- sviluppare gli automatismi offensivi e far acquisire alle punte il pressing offensivo (roma-lecce)
- consolidare la fase senza palla (udinese-roma)
- migliorare il gioco di ampiezza (roma-juve)
Fiducia, confidenza e automatismi sono le 3 componenti che, crescendo, fanno crescere l’insieme.
2. Gestione
Nei primi mesi, LE ha chiaramente sperimentato. questo è l'atteggiamento di un tecnico che arriva in una piazza nuova e vuole dare una chance a tutti, anche sbagliando (okaka in slovacchia, cicinho a firenze ecc): io dò una chance a tutti, facendo capire ai migliori che se la devono sempre meritare (i giocatori sono tutti uguali) e dando una chance ai peggiori (nessun alibi per i fregnoni).
Fenomenite? Come si può pensare che LE abbia fatto il fenomeno dal 15 luglio al 4 dicembre e poi una mattina sia diventato un uomo di buon senso? Fenomenite? no, sperimentazione, come un tecnico di laboratorio che prova diverse combinazioni per poi eleggere le più funzionali, per il fatto che LE aveva bisogno di capire. Fenomenite o atteggiamento umile di chi per capire ha fatto parlare gli eventi?
Certo, può anche essere che il cambio continuo di formazione sia nel dna di LE: ma ricordiamoci che nel Barcelona B la rotazione è normale per due motivi: il compito del BB è di promuovere giocatori, non di vincere, quindi il fine è la sperimentazione; la rosa cambia di continuo, perché spesso i giocatori vengono convocati dalla squadra A o servono a quelle inferiori.
Conte alla juve ha fatto una scelta diversa, eliminando subito i ferri vecchi. strategia diversa: nel calcio si vince in tanti modi. ma ricordiamo pure che conte è un idolo della tifoseria juventina che veniva da 2 stagioni orribili (quindi è partito con un credito al top) e che la società rottamando del piero pubblicamente aveva praticamente già rotto il ghiaccio con l'opinione pubblica e che, soprattutto, conte conosceva a tutti i livelli i giocatori , l’ambiente e il calcio italiano.
3. Team Building
Cosa è successo dopo firenze? qualcosa di noto. forse, qualcosa già successo al milan 1987 di sacchi ,che cominciò a ingranare dopo essere uscita dalla uefa perdendo in casa (neutro di lecce) 0-2 con l'espanyol. Non sto dicendo che la roma diverrà come il milan, ma che il principio sembra essere quello.
Lo psicologo sociale Bruce Tuckman propose nel 1965 un modello di evoluzione della vita di gruppo (di crazione di una squadra di lavoro, in senso generale) che consiste in quattro fasi sequenziali. Vediamo quali sono e come si possono applicare alla roma 11-12, seguendo quanto fatto da Johannes Musseleck su BusinessGameTime (http://businessgametime.com/2010/04/29/ ... erforming/), che ha tracciato un parallelo tra il modello di Tuckman e la stagione 09-10 del bayern di Van Gaal, considerato l’olandese un maestro nell’arte del team building.
Premessa: non sto dicendo che questo modello non sia anche applicabile ad altri tipi di calcio (gli andamenti di ranieri p.e.) ma che quanto accaduto alla roma sino ad ora non è fuori dal mondo, tutt’altro.
1) Formare la squadra: andare verso gli altri. Regole chiare e sperimentazione
I membri del gruppo si orientano e comprendono quale debba essere il comportamento nei riguardi del coordinatore e degli altri membri.
> Bayern: Nella fase di formazione, la squadra arriva a conoscersi. Tutti cercano di evitare i conflitti e rischi, mentre l'allenatore deve essere molto chiaro nelle sue istruzioni. Nella prima fase a Monaco, Van Gaal era molto severo e chiaro nella sua direttive, non solo sul campo di calcio, ma anche a tavola (a nessuno è permesso di lasciare il tavolo fino a quando tutti gli altri hanno finito il loro pranzo). Ha creato un sacco di lavoro di routine, il che è tipico per la fase di formazione, e raccolto le informazioni di cui aveva bisogno permettendo alla squadra di conoscere il suo stile di lavoro.
> Roma: Fino a Slovan-Roma inclusa.
2) Conflitto: si riducono le barriere di cortesia e si tenta di entrare nel nocciolo della questione, anche a costo di provocare conflitti
Si sviluppa un clima di ostilità verso gli altri membri del gruppo e/o verso il leader, soprattutto per l'incertezza dovuta a mancanza di direttive e di sostegno psicologico, per la mancanza di strutturazione e per la resistenza alla struttura. Si sviluppa una resistenza emotiva di fronte alle esigenze del compito da svolgere come espressione alla propria indisponibilità.
> Bayern: in autunno succede di tutto:
Toni critica la tattica di Van Gaal , sfavorevole al suo stile di gioco. Perde il posto ed è ceduto in Italia poche settimane dopo.
Il responsabile commerciale Hoeness critica il 4-3-3 di Van Gaal chiedendo di passare a un 4-4-2 e all'allenatore di essere più collaborativo.
Philipp Lahm dà un'intervista in cui critica la mancanza di giocatori di qualità, i trasferimenti effettuati prima della stagione e la mancanza di una filosofia chiara. Viene costretto a pagare la multa più grande nella storia del club.
Persino Beckenbauer critica VG.
Alla fine di novembre, il rapporto tra Van Gaal e i suoi giocatori sembra completamente distrutto e la squadra è con la schiena al muro, 7a in classifica a 6 punti dalla prima.
> Roma: da Roma-Slovan a Fiorentina-Roma inclusa, con tutto quanto è successo con l’eliminazione dall’EL, il derby, la discussione con Heinze, il caso osvaldo-lamela ecc ecc
3) Strutturazione: le regole cominciano a fare il proprio effetto: ciascuno si abitua al suo compagno, e si sviluppano fiducia e produttività
Il team “scopre” il loro modo di lavorare insieme: i membri si accettano vicendevolmente, e si sviluppano delle norme di gruppo alle quali tutti si sentono impegnati.
> Bayern: 6 dicembre 2009: Juve-Bayern di Champions League. Al 19', il Bayern va sotto 1-0. Poi arriva la svolta della stagione del Bayern. La squadra ignora tutti i conflitti e cerca di concentrarsi a lavorare insieme, cominciando a giocare con l'altro invece di uno contro l'altro, ignorando l'ambiente negativo e vincendo la partita in un modo sensazionale per 4-1.
Una settimana più tardi arriva la qualificazione alle semifinali della coppa tedesca e quindi 6 vittorie di fila in campionato.
> Roma: da Roma-Juve (anche se sottolineo che persino a Firenze la squadra ha continuato a giocare in 10 e sotto di un gol, tenendo fede al tecnico).
4) Esecuzione: si lavora come gruppo con un obiettivo comune su una base altamente efficiente e cooperativa.
I membri del gruppo accettano il loro ruolo e lavorano per raggiungere i fini preposti.
> Bayern: Nel giro di pochi mesi, il Bayern è passato dall'essere un gruppo non organizzato di giocatori a un’unità interdipendente, vincendo Bundesliga, Coppa nazionale e raggiungendo la finale di Champions League dopo quasi 10 anni.
> Roma: ancora non siamo in questa fase. vedi sotto.
una squadra strutturalmente discontinua.
credo sia ancora presto, ma speriamo che i risultati continuino ad arrivare… anche se dobbiamo aspettarci un andazzo del tipo ‘1 passo indietro x 2 passi avanti’ o simili. già acquisire continuità è da considerare l’ultima fase del progetto, quindi richiede tempo; inoltre nel nostro caso i giocatori chiave sono estremamente giovani (lamela,pjanic) o vecchi (totti, henize) , quindi la discontinuità è proprio nel dna della squadra.
Quello che però non mancherà è la capacità di pensare il tipo di calcio che LE vuole e in questo senso perfino gli interlocutori 60’ di catania hanno mostrato una squadra intenta a tenere la palla e giocarci nonostante la palude. Quei giochi nella nostra area, anche se pericolosi, sono un ottimo segno: il cmmentatore di mediaset ha parlato di ‘camminare su una lama di rasoio’: ecco, bella metafora: vuol dire che non hanno paura della palla, di tenerla; vuol dire che stanno prendendo confidenza con il rischio. Ottimo segno.
4.
Disciplina
la punizione di osvaldo è stata una mossa cruciale, credo. Disciplina, come ho scritto, è la parola d'ordine di van gaal (vedi il caso di Lahm). nessuno sa cosa sia successo tra lamela e osvaldo e nessuno vuole giudicare il fatto. Ma una Grande Società afferma se stessa attraverso le regole. quando le regole vengono applicate fanno male. Ma alla lunga danno frutti incalcolabili.
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Postilla
L’italianizzazione
Un’ultima postilla sulla celeberrima “Italianizzazione” di LE. Ovviamente abbiamo capito tutti che non è che lo stridere di vetri di vedovi menagrami intenti a scalarli.
Tuttavia credo sbagliato pensare in assoluto che, quando funzionerà del tutto, la roma di LE NON possa essere anche una squadra con tratti “italiani” : per il semplice fatto che la roma è una squadra italiana, espressione di una città italiana e con giocatori a maggioranza italiani.
Chiariamo subito che la provocazione degli infamanti ‘arrampicatori di specchi’ considera ‘l’italianita’ solo come indice di una squadra difensiva, furba, vecchia ecc. invece io credo sia molto stimolante cercare di capire cosa di ‘italiano’ in senso positivo ci possa essere nella roma di LE.
Per esempio se consideriamo totti come un trequartista, credo che la posizione stessa di trequartista sia un elemento molto ‘italiano’ in questo genere di calcio. O la fisicità della squadra stessa. O anche solo il fatto che gli unici 2 giocatori che ancora soffrono sono proprio i 2 spagnoli, secondo me deve farci pensare che non sia un caso e fa capire che questa squadra è già una differenza di specie rispetto al Barcellona, oltre che, ovviamente di livello (e forse proprio l'andamento di bojan e JA può essere un' importante bussola per capire lo stato di salute e d'identità della roma di LE).
Questo si lega al concetto che molti sostengono che questo calcio, che ha avuto successo in Paesi come Spagna e Olanda, non sia adatto per il calcio italiano, troppo difensivo e tattico. E’ curioso che chi porta avanti questa tesi usi sempre la parola “importazione”: “questo calcio non si può importare in Italia”. Ma l’“importazione” non è forse un concetto che riguarda solo le merci (i beni in genere)? Per le attività umane, di solito si usa il modello della “contaminazione”, della “ibridazione” culturale. Ogni valore che ci circonda è il frutto di una contaminazione, di una trasformazione, di un adattamento.
Ecco perché credo che la roma non potrà perdere qualche suo carattere italiano. Il calcio di Sacchi non è forse il risultato dei semi di tulipano olandese piantati nella frenetica ma anche guardinga terra lombarda? Il calcio del Barcellona di oggi, che gronda “latinità” da ogni poro, è forse lo stesso praticato dall’Ajax ‘meccanico’ di Cruyff, da cui pure prende idealmente forma?
Insomma, se questo progetto tattico a Roma avrà successo, è possibile che si sarà creato un tipo di gioco ibridato con quelle che sono le caratteristiche classiche e congenite del calcio e della mentalità italiana. Dico “possibile” e non “probabile” per via di un’obiezione che mi faccio io stesso: bisogna infatti ricordare che tra il Milan di Sacchi e il Barcellona di Cruyff e la Roma di LE è avvenuta la più grande rivoluzione del calcio moderno: la sentenza Bosman. Questo vuol dire che se sacchi e cruyff dovevano per forza contare su una squadra per 8-9/11esimi italiana o spagnola, oggi la roma potrebbe anche arrivare a schierare 11 catalani o 11 brasiliani, e che comunque la globalizzazione porterà inevitabilmente all’omologazione della mentalità.
Omologazione di cui, grazie a Dio, questa giovane roma è già espressione, una roma che molti sono stati pronti a definire ‘bambina’ in estate salvo dimenticarsi, quando si perdevano derby e partite, che un bambino si affaccia al mondo immerso nel sangue.
Che dire? Non so chi sia l'autore di questi articoli ma sicuramente di calcio, di tecnica e di tattica ne sa più di qualsiasi giornalista italiano e meriterebbe il patentino di allenatore ad honorem.