La "lotteria della vita": vince la Svizzera ecco i Paesi dove è bello nascere
L'Economist stila una classifica di luoghi "fortunati", in base a una serie di parametri di riferimento: dall'assistenza sanitaria al clima, dalle scuole alla criminalità. Australia seconda, Italia tra gli ultimi. Con un'avvertenza: non sempre una vita felice e tranquilla produce grandi exploit
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - La notizia di un bebè in arrivo nella famiglia reale britannica, che ha catalizzato l'attenzione dei media e dei siti di tutto il pianeta, serve a introdurre un quesito sull'argomento: quale è il paese migliore in cui nascere nel 2013 (l'anno in cui verrà al mondo anche il "royal baby", il bebè erede al trono, figlio di William e Kate, nipote della regina Elisabetta)? Il settimanale Economist ha provato a fornire una risposta "scientifica" nel supplemento speciale "The World in 2013" che esce ogni fine anno con previsioni e statistiche sul futuro prossimo venturo.
Gli specialisti dell'autorevole rivista inglese hanno messo insieme una montagna di dati, dal reddito medio al tasso di disoccupazione, dal livello dei criminalità all'assistenza sanitaria, dalla demografia al clima, dal senso di comunità alle scuole, dagli investimenti esteri all'aspettativa di vita media, per calcolare il luogo dove un neonato avrebbe le migliori opportunità, il posto dove potrebbe crescere meglio, insomma il biglietto vincente alla lotteria della vita.
I risultati non sono particolarmente sorprendenti. In testa alla classifica c'è la Svizzera, una delle nazioni più pacifiche, meglio governate e più ricche della terra, con una posizione geografica al centro dell'Europa - senza peraltro farne parte, cosicché le ansie dell'euro non la riguardano. Al secondo posto, l'Australia, ribattezzata da tempo da alcuni "Australia Felix", calamita di immigrati e dinamismo, una società aperta, giovane, ottimista, sebbene "down under", come si autodefiniscono i "canguri", ovvero situata "là sotto" nelle carte geografiche, lontana da tutto. Poi seguono i "soliti noti", i paesi dell'Europa del nord, in particolare gli scandinavi, dove si sa che il benessere è alto e l'ordine sociale pure, nell'ordine Norvegia, Svezia, Danimarca (tutti fuori dall'euro, tra parentesi). In effetti l'unico paese dell'eurozona nelle prime dieci posizioni è l'Olanda, all'ottavo posto della graduatoria.
L'Europa del sud attira di meno, come luogo per nascere e sentirsi fortunati, nel 2013, ma nemmeno questa è una sorpresa, a dispetto delle migliori condizioni climatiche rispetto alla Scandinavia. Ai problemi strutturali di questa parte del mondo si sono aggiunti quelli portati dalla crisi dell'euro, per cui l'Italia è al 21esimo posto, la Spagna al 28esimo, la Grecia al 34esimo. Ma c'è da notare che non figurano molto meglio i "big 3" dell'Unione Europea, la Germania (al 16esimo posto), la Francia (al 26esimo), la Gran Bretagna (al 27esimo).
Gli Stati Uniti, che erano al primo posto quando l'Economist compilò una classifica analoga venticinque anni fa, sono scesi al 16esimo (alla pari con la Germania): anche questo un segno del declino dell'impero americano. In compenso, tuttavia, le economie emergenti languono ancora più indietro, come paesi in cui sarebbe bello venire al mondo, vuol dire che devono ancora fare molta strada e che il pil non è tutto nella vita: il Brasile è 37esimo, la Cina 49esima, l'India 66esima, la Russia 72esima. E il peggiore in cui nascere, su 80 paesi analizzati dal settimanale britannico, è la Nigeria.
La consolazione, per noi italiani e forse anche per altri, è che non sempre una vita felice e tranquilla produce grandi exploit: l'Economist conclude citando una celebre battuta di un vecchio film di Orson Welles, "Il terzo uomo", in cui il protagonista osserva che l'Italia ha avuto guerre, terrore e complotti per 30 anni sotto i Borgia, ma in quel periodo ha prodotto Michelangelo, Leonardo e il Rinascimento, mentre la Svizzera ha avuto 500 anni di pace e democrazia, e ha prodotto l'orologio a cucù.