La Cina capitalista

Dove si fanno quattro chiacchiere rilassate con gli amici.

La Cina capitalista

Messaggioda caligola » sabato 15 settembre 2012, 12:54

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Un’esperienza che ha quasi del drammatico quella che vi stiamo per raccontare messa in luce da un giornalista dello Shanghai Evening Post che tempo fa si è infiltrato all’interno della fabbrica degli orrori per realizzare questo reportage sotto copertura. Siamo venuti a conoscenza di questa faccenda grazie al sito woorkup (fonte traduzione) ed a MicGadget (fonte articolo) che hanno riportato la notizia questa mattina; notizia che altro non fa che riportare l’esperienza di questo giornalista all’interno dello stabilimento Foxconn durante la produzione del nuovissimo iPhone 5. Il giornalista, quindi, riporta la sua esperienza, dal primo giorno (in cui è stato reclutato) fino al decimo (in cui ha abbandonato lo stabilimento). Il piano dell’azienda è quello di produrre 57 milioni di iPhone 5 all’anno e per fare ciò ha bisogno di altri 20.000 dipendenti da sfruttare. Il diario di questo giornalista parla della produzione del nuovo smartphone della mela, ma è giusto chiarire il fatto che in quegli stabilimenti si produce davvero di tutto. Ora vi lasciamo alla lettura disarmante del suo racconto che, sicuramente, vi lascerà a bocca aperta!




Primo giorno – Reclutamento: buona salute e carta d’identità
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Ho contattato il responsabile delle Risorse Umane che si occupa del reclutamento. Mi è stato detto che per lavorare alla Foxconn bisogna essere sani e in possesso di una carta d’identità valida. Quando ho raggiunto l’ingresso della fabbrica sono stato avvicinato da una guardia di sicurezza. Mi ha chiesto dai 100 ai 200 yuan (circa 15 – 18 dollari) per garantirmi un metodo più rapido per iniziare a lavorare. L’ho ignorato.

Mi è stato consegnato un modulo da compilare per verificare il mio stato psicologico. Circa trenta domande sul mio stato fisico degli ultimi trenta giorni a cui rispondere “sì” o “no”. Una delle domande:“Hai avuto problemi psicologici di qualche tipo recentemente?”.

Dopo aver riempito il modulo, con altri lavoratori siamo stati caricati su un autobus diretto all’impianto Foxconn di Tai Yuan.
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La prima notte trascorsa nei dormitori della Foxconn è stata un incubo. L’intero locale puzza di spazzatura. E’ un misto di odore di immondizia, sudore e sporcizia. Nei corridoi, fuori ogni stanza, vengono accatastati rifiuti di ogni genere. Quando ho aperto il mio armadio sono strisciati fuori alcuni scarafaggi. Le lenzuola che vengono distribuite ai nuovi arrivati sono piene di peli e cenere.

Secondo giorno – Si firma il contratto: “Nessun danno ambientale?”
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Il secondo giorno, mentre stavo facendo colazione nella mensa della Foxconn, ho sentito qualcuno gridare. “Fanculo! Il cibo fa schifo! Non aspettatevi che faccia dello straordinario!”. Lo stesso ragazzo ha poi sussurrato che, prima di andarsene, avrebbe danneggiato il letto del dormitorio. Questa potrebbe essere una buona spiegazione del perché nel mio letto c’è un grande buco sulla tavola di legno dove poggia il materasso.
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Dopo colazione abbiamo firmato il contratto in una stanzetta adiacente alla mensa. Sul contratto sono evidenziate quattro sezioni che ognuno deve mantenere strettamente riservate. 1. Informazioni Tecniche; 2. Dati di Vendita; 3. Risorse Umane; 4. Statistiche di produzione. Non viene fatto alcun riferimento alle ore di straordinario. Nella sezione “Possibili effetti nocivi per i lavoratori durante il processo produttivo”, la direzione ha esplicitamente richiesto di barrare la casella “No”. Tra questi rischi figurano “inquinamento acustico” e “inquinamento tossico”. Mi sono domandato se il processo produttivo avrebbe potuto causarmi davvero qualche danno durante il lavoro.

Dal terzo al sesto giorno – Sessione di formazione: “Dovete solo obbedire!”
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Il giorno successivo alla firma del contratto siamo stati riuniti in una sala dove veniamo informati sulla storia della Foxconn, le politiche e le misure di sicurezza. Durante l’intera conferenza è stato fortemente enfatizzato un punto: “Tutto quello che dovete fare è solo obbedire alle istruzioni che vi vengono fornite.” Ci sono state distribuite delle schede che riportano 13 punti sulle politiche di compensazione monetaria a fronte di 70 relativi alle sanzioni. L’istruttore ha sottolineato:“qualcuno di voi potrebbe sentirsi a disagio su come viene trattato qui dentro, ma tutto questo è solo per il vostro bene”.

Dopo ci è stato mostrato un video di orientamento sull’impianto Foxconn. Quando qualcuno ha tirato in ballo i casi di suicidio chiedendo informazioni a riguardo, lo staff non ha evitato l’argomento. Tuttavia non si è neanche dimostrato particolarmente disposto a parlarne. Durante la discussione qualcuno dei nuovi ha fatto notare che il pessimo stile di vita e le condizioni dei dormitori potrebbero portare qualcuno al suicidio. Ho anche notato che tutte le finestre del dormitorio hanno delle sbarre.

Settimo giorno – E’ tempo di riposare: “Sfogate lo stress.”
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Dopo la sessione di formazione riceviamo rapidamente alcune istruzioni e veniamo organizzati per il lavoro quando è già notte. Ci è consentito di riposare solo durante il giorno. Ho la febbre e il mal di testa prima ancora di iniziare a lavorare. Ho chiesto di poter essere visitato presso l’ospedale dell’impianto ma mi è stato detto che c’è solo un medico in turno con 4-5 pazienti in visita. Quando ho domandato a una delle infermiere quanto avrei dovuto pagare per il controllo medico, questa mi ha risposto sgarbatamente: “Vai a chiederlo al tuo capo!”.

Nei giorni scorsi sono stato in molte strutture dell’impianto Foxconn: dormitori, mense, bagni, parco giochi, palestra, ospedale, ufficio postale, biblioteca e negozi. Sebbene la maggior parte di queste strutture siano gratuite per i lavoratori, necessitano di seri miglioramenti. All’interno del centro d’intrattenimento, ad esempio, due giochi arcade sui tre presenti sono fuori uso. La cosiddetta “sala teatro” mostra solo lo screenshot di una sala riunioni.

Fuori dalla fabbrica non sono riuscito a trovare un posto dove vendessero birra, uno sgabello e dei sostegni per appendere i vestiti della lavanderia. Durante i fine settimana, fuori nel parco giochi, si tengono degli incontri dove tutti i dipendenti Foxconn si riuniscono per ballare. Chi organizza il party parla attraverso un microfono: “siamo tutti stressati dal lavoro di ogni giorno e non c’è consentito gridare durante la fase di produzione. Qui invece potete gridare così forte da poter sfogare tutto lo stress!”. Uno dei miei compagni di stanza mi ha detto che questi incontri settimanali gli piacciono. Si diverte a ballare e ha anche trovato una ragazza.

Dall’ ottavo al decimo giorno – Assemblaggio iPhone 5: “Fai quello che ti viene detto di fare!”
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Abbiamo raggiunto l’ingresso del reparto di produzione. C’è un segnale d’avvertimento su cui è scritto:”AREA TOP SECRET”. Sulla porta è istallato un metal detector. Ci è stato detto che se qualcuno entra o esce dalla porta e viene scoperto in possesso di qualsiasi tipo di materiale metallico (come la fibbia di una cintura, orecchini, macchine fotografiche, telefoni cellulari, lettori mp3) viene licenziato sul posto al momento. Uno dei miei compagni di stanza mi ha riferito che uno dei suoi amici è stato licenziato perché teneva con se un cavo USB.

Dopo essere passato attraverso il metal detector, non appena sono entrato all’interno del locale della linea produttiva ho sentito un forte rumore proveniente dai macchinari e un denso odore di plastica. Il nostro supervisore ci ha avvertiti:“una volta che vi sedete dovete solo fare quello che vi è stato detto di fare”. Il supervisore finalmente mostra a tutti il retro del nuovo iPhone 5 e dice: “questo è il retro del nuovo iPhone 5. Dovreste essere onorati di produrlo”.

La nostra linea è autorizzata ad usare nastri di carta e tappi di plastica per coprire l’ingresso del jack delle cuffie e le porte di collegamento della piastra posteriore dell’iPhone, per evitare che, nella fase successiva del ciclo produttivo, la vernice possa essere spruzzata al loro interno. Il nostro supervisore ci ha chiesto di indossare maschera e guanti e di osservare come i dipendenti più anziani lavorano.
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Alle undici di sera siamo andati a cena e dopo mezzanotte abbiamo cominciato a lavorare di nuovo. Mi viene assegnato il compito di segnare i punti di posizionamento sulla piastra posteriore dell’iPhone con uno speciale pennarello a base di vernice ad olio. Vengo rimproverato più volte di versare troppo olio nella marcatura. Il mio compagno di stanza è assegnato all’incollaggio dei nastri di mascheratura (lunghi meno di cinque millimetri) sui punti che io ho marcato. Viene rimproverato di continuo perché le incolla troppo lentamente.

Il nostro supervisore ha detto che effettivamente questi lavori sono assegnati alle donne perché hanno le dita più piccole, ma a causa dei troppi lavoratori che recentemente si sono dimessi, non hanno altra scelta se non assegnare quel task agli uomini.

Ogni tre secondi, una piastra posteriore di un iPhone scorre davanti a me. Devo prendere la piastra, segnare i quattro punti di posizionamento con il pennarello e rimetterla rapidamente sul nastro senza commettere errori. Dopo aver ripetuto la stessa azione per diverse ore ho un terribile torcicollo e un forte dolore muscolare al braccio. Uno dei nuovi seduto davanti a me, esausto si è fermato per un po’. Il supervisore se ne è accorto e lo ha punito mettendolo per dieci minuto in un angolo come si faceva una volta a scuola.
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Abbiamo lavorato senza interruzioni dalla mezzanotte fino alle sei del mattino successivo. C’è stato chiesto di continuare a lavorare per mantenere in funzione la linea produttiva. Nessuno è autorizzato a fermarsi finché il nastro continua a scorrere. Sono affamato e totalmente esausto. Secondo i miei calcoli devo segnare almeno cinque piastre posteriori ogni minuto. Che fanno circa 3000 piastre ogni dieci ore. Ci sono quattro linee di produzione impegnate nello stesso processo, ciascuna con 12 addetti. Ogni linea può produrre 36.000 piastre posteriori in mezza giornata, è impressionante…

Ho smesso di lavorare alle sette del mattino. Due ore prima, alle cinque, c’è stato chiesto di tirare avanti per altre due ore. Il supervisore ha gridato ad alta voce davanti a noi: “Chi di voi vuole riposare? Siete qui per guadagnare soldi! Lavorate di più!”. Ho riflettuto e mi sono chiesto chi mai vorrebbe lavorare in quelle condizioni e sostenere altre due ore di straordinario per appena 27 yuan (4 dollari) in più?

Il giorno dopo i supervisori ci hanno trattato come nei giorni precedenti e molti di noi erano arrabbiati. Ogni volta che prendavamo un componente dell’iPhone 5, lo lavoravamo e lo riponevamo di nuovo sul nastro scorrevole esclamavamo “fu*k” per cacciare fuori un po’ di stress. Uno tra i dipendenti più anziani ci aveva consigliato di smettere di lavorare quando finiva il turno alle cinque del mattino e non fare ore di straordinario nonostante venivano richieste dalla vigilanza, questo perché non andava contro il regolamento. Nel nostro gruppo formato da 36 persone solo due lavoratori erano così fortunati e veloci da tenersi al passo con il controllo qualità, pertanto potevano riposare 10 minuti ogni 2 ore. Noi, invece, dovevamo lavorare senza fermarci per 7 ore di fila. (Fine del diario).
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Re: La Cina capitalista

Messaggioda caligola » sabato 15 settembre 2012, 13:00

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Re: La Cina capitalista

Messaggioda agente19 » sabato 15 settembre 2012, 13:35

Io sono un acerrimo nemico di Apple per la sua politica di marketing e perché rende i suoi clienti schiavi del suo sistema, compro quasi solo prodotti Samsung ma credo che tutto quello che viene prodotto nella parte di pianeta che va da Trieste a Tokyo grondi sangue e sfruttamento. Purtroppo non ci pensiamo, compriamo e basta.
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Re: La Cina capitalista

Messaggioda Finlay » giovedì 11 ottobre 2018, 18:34

ciao a tutti,
sfortunatamente è un problema sempre più noto questo della cina.
Ci sono tantissimi articoli a riguardo tipo questo:
contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2017/01/16/mercato-del-lavoro-cinese-nelleconomia-globale-087969
Saluti a tutti.

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Re: La Cina capitalista

Messaggioda carlomatt » venerdì 12 ottobre 2018, 15:08

Beh, ci sarebbe anche la Nike che fa costruire i palloni ai bambini in India, Pakistan e Vietnam o mille altre aziende, soprattutto di materiale sportivo che produce nelle zone più povere del modo per minimizzare i costi e massimizzare i guadagni.
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Re: La Cina capitalista

Messaggioda stargazer » sabato 13 ottobre 2018, 11:39

Sull'argomento vi consiglio di leggere "No Logo" di Naomi Klein, un testo di 20 anni fa sempre attualissimo.
"Per comprare un giocatore devo rimanerne affascinato, mi devo emozionare." (Walter Sabatini)
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