fonte: Repubblica.it
L'ex stella del Milan non accetta la sconfitta elettorale
"Ci sono stati brogli", ma gli osservatori lo smentiscono
Liberia, Weah: "Sono il presidente"
Scontri e feriti a Monrovia
MONROVIA - "Sono io il presidente della Liberia". George Weah va all'attacco. L'ex campione di calcio, che a novembre ha perso le elezioni presidenziali in Liberia contro la lady di ferro, Ellen Johnson-Sirleaf, si è autoproclamato presidente del paese africano.
Denuncia brogli e irregolarità, l'ex attaccante del Milan e giura che alla Johnson-Sirleaf non sarà permesso di prestare giuramento come nuova presidente della Liberia. Accuse durissime ma non confermate dagli osservatori internazionali che hanno giudicato il voto regolare, denunciando, piuttosto, il tentativo di Weah di bloccare il processo elettorale.
Nel frattempo, però, le parole di Weah hanno infiammato i sostenitori dell'ex centravanti del Milan che hanno dato vita a scontri con la polizia nei sobborghi di Monrovia. Agenti in tenuta antisommossa hanno usato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Al grido "No George Weah, no Liberia", la folla ha promesso di bloccare l'insediamento, previsto a gennaio, della prima donna capo di Stato in Africa. Una ventina di persone sono rimaste ferite nei tafferugli, mentre alcune macchine sono state danneggiate. Molti gli arresti tra i manifestanti. "Stavamo solo manifestando e la polizia ci ha aggedito" dice una sostenitrice di Weah.
Secondo i risultati ufficiali Ellen Johnson Sirleaf, 67 anni, ex ministro delle Finanze, ha ottenuto il 59,4% dei voti, contro il 40,6% di Weah, sostenuto dal Congresso per un democratico cambiamento. Un risultato che l'ex giocatore giudica viziato da brogli e che ha provocato nel paese africano una tensione a livelli altissimi.
Mi sa che al Milan ha avuto cattivi maestri in termini di democrazia