Kansas City 1927: Lamelanconia (Roma-Palermo 1-0)

Dove si fanno quattro chiacchiere rilassate con gli amici.

Kansas City 1927: Lamelanconia (Roma-Palermo 1-0)

Messaggioda Gianni » martedì 25 ottobre 2011, 14:58

Lamelanconia (Roma-Palermo 1-0)
by Kansas City 1927 on Monday, October 24, 2011 at 5:26pm

Stavorta nce so sorprese.

La normalizzazione der progetto, che da quarche giorno non è più progetto ma "idea", procede, nse sa come ma procede.

La sorpresa in realtà è proprio questa, che a sto giro è capace che quarche giornalista c'ha pure preso, e forse giusto la presenza de Borriello po avé fatto sartà er picchetto ai più sprovveduti (ma anche lì, statisticamente, prima o poi doveva succede). Per il resto, la tenzone co gli orfani de Sabatini se tiene proprio co quelli che è na settimana bona che se dice giocheranno.

Ma che er carcio moderno cui noi diciamo no!, abbracci regole e riti tali per cui la pedata in sé sia l'urtimo dei requisiti richiesti dar sistema cui noi diciamo no!, se arguisce tosto ner momento in cui lo spicher ufficiale rende noto ar pubblico pagante, vip compresi che sennò Bardini sencazza, er censimento dei titolari.

In particolare, l'attacco de giornata pare uscito fori da na puntata de Omini e Donne, e la successione LamelaBorriellOsvardo provoca decibel de gridolini e gemiti femminili degni den pubblico a caso de Maria, co tanto de genitori che reprimono a stento i primi inconsapevoli orgasmi murtipli dele fie adolescenti, roba che la sciarpa co scritto Amedeo Amadei inquadrata durante l'inno non riesce a placare. Del resto Amadei aveva er pregio de fa più gò de LamelaBoriellOsvardo messi insieme, ma er torto de avelli fatti quanno la televisione a dovevano ancora inventà.

Ma i giovani in campo e l'eccitazione nell'aria non riempiono er silenzio che pe un minuto scarso (che un minuto de silenzio nse capisce perché se trasformi ner miore dei casi in applauso e ner peggiore in cori) s'abbatte a ricordacce che sta giornata è cominciata co un giovane che resterà per sempre tale.

Il capellone che s’affaccia dallo schermo dell’Olimpico, è il capellone che da qualche ora se sta a affaccià da tutti gli schermi de tutti i computer e tutte le tv in tutte le case d’Italia e non. Purtroppo ce rendiamo subito conto de esse alle prese con l’orribile contrappasso per il quale più uno ha fatto ride da vivo, più farà piagne da morto: perchè la fratta e la risata e la voce da soggetto der Sic non erano solo belle, ma pure giuste. Perchè aveva capito che se stai a fa de lavoro quello che ami de più nella vita, i grugni e le sfuriate da fenomeno de stocazzo so inutili, e fuori luogo. Concetto che pare elementare, ma che, ad esempio, nel calcio non lo è affatto.

Ce se strigne er core, ma tocca annà avanti.

E allora andiamo avanti, senza parlare di trazione e frizione e elettronica e ruote che girano troppo e altre cose di cui non capiamo, se non che un pischello di 24 anni è morto facendo il suo lavoro, e non esiste stipendio o grado de consapevolezza che possa rende sta cosa in qualche misura meno ingiusta.

Andiamo avanti tornando indietro, al minuto non minuto col quale l’Olimpico dà l’addio ala fratta sorridente der Sic e il benvenuto alla crestina timida de nantro pischello ancor più pischello, l’Erichetto Coco che tutti aspettamo da mesi.

E pe na vorta succede a noi quel che de solito succede all'artri.

Er capitano co la barba pressa e ruba palla a beneficio de un regazzino senza barba né peli sur pube, che debutta all'Olimpico e dopo 5 minuti fa ngò che è no spritz de bravura, tecnica, sfrontatezza e culo.

E nonostante ce se metta de mezzo er solito spicher a cercà de interompe l'emozione dicendoce che non ha segnato Erik Lamela, come eravamo tutti pronti a gridà, bensì tal Erik Quarcosachensecapisce Lamela, che lui è preciso e su Wikipedia ha visto che questo pure c'ha du nomi e vanno detti tutteddue, è subito Lamelamania.

Orde de teenager precocemente in calore se sfilano reggiseni da rotear nell'aere, eserciti de attempati omini de panza se contengono fino ar secondo tiro in porta del giovin platense, momento in cui se spana ogni freno inibitore per esondare in uno tsunami de "Lamela ja fatto na pera", "er tempo dele mele", "bona sta mela", "lamelajafattomale", "amo corto lamela", "lamela è matura", e via de frutta e verdura come manco a Perugia ai tempi de Olive.

Da lì in poi er tempo passa lento e apatico, co la consapevolezza congenita, ma ogni domenica più consapevole, che na partita sia sempre mejo chiudela che tenella socchiusa pure quando l'avversario te dà l'illusione de non volella pareggià.

Improvvisamente oscurati dalo stronzetto goleador che pur scevro da gang bang pensa positivo e differente, Boriello e Osvardo intruppano sule fasce ala ricerca de visibilità nuova e imprevista. E mentre a centrocampo se fa passà er tempo senza ricordasse più se l'idea preveda più posesiòn de balòn de quanta ne prevedesse er progetto, in difesa, pe 20 minuti boni, è calcio d'altri tempi, quello degli anticipi sincopati e lenti del riesumato Juan.

Ma l'immotivata tranquillità dura poco e a dare il segnale non po esse che er capitano co la barba.

Anni e anni de portapportismo e signorinismo, scecherati con le più recenti esplosioni de federicasciarellismo, travaglismo e romanzocriminalismo, hanno portato er tifoso romanista medio a correlà ogni lancio sbajato dar 16 negli urtimi du anni a na questione irimediabirmente sospesa tra sodoma e gomorra, roba de cosche, gang, immigrazione, zingaropoli, gomitate, scommesse, sesso, sangue e merda tale per cui, nse sa come né perché, fori da Trigoria so du anni esatti che ce sta la fila de sceicchi pe portasselo via.

Ciononostante, so bastate ste prime partite de corso asturiano pe fa sì che er capitano co la barba sia tornato pe tutti l'urtrà in campo co la vena sì gonfia ma matura, che uno che ha passato du anni così ormai è rotto pe forza a ogni esperienza, praticamente un vecchio cui portà rispetto.

Eppure, in una manciata de secondi, De Rossi Daniele da Ostia compie na serie immane de cazzate borderline co la fase difensiva de Rosi e José Angel, improvvisando nella stessa azione na sequenza de passaggi sbajati, rinvii sbilenchi e entrate gambaopalla tali che tutto er pubblico s'è guardato intorno a cercà er Freddo e er Libanese tornati pe nattimo a ripiasse Roma, la Roma, De Rossi, Di Benedetto e tutto er cucuzzaro.

Ma pe na diga che se concede nattimo de cedevolezza, ce n'è una che se erge arancione e definitiva. Ner senso che definitivamente la parata in questione ce dà la conferma de avecce un estremo difensore come Cristo comanda in tutti i Vangeli, apocrifi compresi.

Roba che l'ultima volta che se eravamo sentiti così sicuri den portiere portavamo la cartella sule spalle, e tra na pagina e nantra der sussidiario magnificavamo le gesta de Michi Konsel uno, de Franco Tancredi l’artro. Ma la nostalgia non ha più ragion d’essere quando, uno contro uno, israeliana normodotazione acustica contro nederlandese parziale handicap, co no stadio intero ormai già rassegnato all’irrassegnabile, il fiandrico arto s’oppone laddove sembrava impossibile, e allo Zahavi già pronto a gridar al gol, er gigante nostro je risponde che da quella recchia non ce sente.

E in effetti da quella recchia non ce sente.

Se va a riposo imprevedibilmene rilassati dalla latitanza de Miccoli financo dar torello delle riserve sicule, comunque consci che pe l’ennesima vorta ce sarà da soffrì. E infatti se rientra e se soffre.

Er gazzellone Hernandez se risveja dalla pausa più veloce der leone, che nella fattispecie è incarnato da Juan, il quale man mano che passano i minuti, causa ultimo impiego risalente al Pleistocene, aranca e chiede venia e chiede aiuto, ma voi le difficoltà de lingua, voi le difficoltà de logica, né José Angel né Cassetti s’empietosiscono davanti alo spettaccolo der vecchio difensore stanco.

Ancor meno impietositi dei laterali nostrani, i Devisiani affamati se lanciano nelle praterie alla ricerca della famosa casa, e so solo l’imprecisione loro e gli affannosi recuperi nostri a ricordaje che oggigiorno trovà casa è na cifra difficile, che un mutuo nun te lo dà nessuno, e che la bolla immobiliare non ne vole sapè de scoppià.

Pertanto, a fronte de un primo tempo de na noia mortale, er secondo s’enfarcisce de occasioni da na parte e dall’altra, roba che gli amanti del calcio se divertono nsacco, quello che se direbbe uno spot per lo sport più bello der monno, se non fosse che a noi degli amanti der carcio nce ne po fregà de meno e de sto spot amo pagato felici e contenti solo la parte che prevede che vinca la Roma, sempre e comunque, possibilmente senza soffrì.

Tra un gò magnato e l’altro, pe quanto Osvardo e Boriello se dannino a mozzicasse a vicenda, è sempre Lamela a rubare il commento. “A me sto rigazzo me fa popo mpazzì come se move”, mormora uno. “O sai come se move? Se move come ncerto Paolo Rossi campione der monno dell’82”, sancisce un tifoso alle nostre spalle dopo 1000 paragoni Panini, dando nuovo spolvero all’antico detto per cui in Italia ce so 56mioni de allenatori, motivo più che valido, se so tutti così, pe ritrovasse a cercalli all’estero.

E quando Migliaccio frana sul platense de cristallo, er fiato de no stadio tutto se sospenne, eccezion fatta pe le ragazzine infojate che urlano a prescindere, che quello faccia gò o se apra in tre parti uguali pe loro ncambia gnente, l’importante è che lo inquadrino e non vada via er gel.

Passano i minuti ma passano lenti come er poro Juan che lascia er campo ar Cannibale capo, o come Boriello che da buon mediano se ritrova sostituito dall’immancabile Perotta, democristianamente bono pe tutte le stagioni e tutti i ruoli, in grado de entrà indifferentemente ar posto de nterzino, nattaccante, un palleggiatore, na guardia, un quarterback o un black bloc.

E mentre pe noi imbocca lui, pe loro s’appalesa Ilicic, che tempo tre minuti è pronto pe facce piagne, talmente solo davanti alla porta vota che noi manco guardamo più e stamo già a cercà i fazzoletti pe riccoje ste lacrime amare. Ma c’è un omo che ha detto no alle lacrime e forse ar contratto e sì alla corsa, e per l’appunto nun smette de core pure quando er 90% dei difensori starebbero già co le mani nei capelli, e sarà proprio perchè non è difensore che invece continua, e come un sol uomo se ostende in tutta la sua ostensitudine a dire “no!”, anche se i più attenti interpreti del linguaggio non verbale intravedono un “attacatarcazzo”.

Nel mentre a bordo campo, piccola e tozza, se scalda la sagoma improvvisa e ingiustamente rimossa de Miccoli.

“Questo ce segna sempre”, dice grave e cupa la vocina nel cervello mentre no stadio intero se scartavetra lo scartavetrabile. Quando er piccolo Budda targato Cv (Ceghe Vara) mette piede sur campo mancano solo 10 minuti che sembreranno 90, visto che non ne passerà uno senza che er padre de Swami cerchi in ogni modo de procurà superfluo e ulteriore dolore an pubblico troppo de recente ferito da colpi letali inferti sul finale. Ma l’idea vole che a Nano se risponda Nanonano, motivo per cui Luigi Enrico toje l’esausto kid on the block e mette in campo er tenero Bojan, il quale in 10 minuti scarsi sfodera un repertorio de finte, scatti, dribbling e tiri in porta da fa scioje i capelli ar poro Barzaretti e costringe Bergonzi a fischià la fine sur più bello, vale a dire nel momento esatto in cui José Angel da Twitter, dopo un fisiologico ambientamento de 90 minuti più recupero finito, azzecca un assist da social network e Krkkrrccc sta pe chiude na partita rimasta troppo tempo aperta.

Ma invece è destino argentino piccolo e carino che s’ha da chiude così, cor go de Cocchetto nostro subito determinante, co la serenità de vive un secondo tempo annoiati dalla sicurezza del risultato ancora rimandata, che ormai s’è capito che quest’anno funziona così, a dosi de felicità quasi omeopatiche, un rimedio e non più di uno alla volta. Il che ogni tanto presenta ricadute e difese troppo basse, ma che è comunque molto, molto mejo de ritrovasse ammalati cronici.
--
Gianni

"La rivoluzione non è un pranzo di gala (Mao). Invece voi vorreste il Barcellona in 3 giorni senza passare dal via. Ma il Manchester City, che sono 3 anni che spende 100 milioni a sessione di mercato, cosa ha vinto per ora? (Stargazer)"
Avatar utente
Gianni
 
Messaggi: 1987
Iscritto il: mercoledì 15 dicembre 2004, 12:22
Località: Parigi - Liegi - Lisbona - Parma - Bologna

Torna a Il baretto

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti

cron