da carlomatt » martedì 17 gennaio 2012, 13:41
7a parte // aggiunta..
2.5. Direzionare talento e fisicità
Esaltazione del talento
Uno scritto sul Barcellona sarebbe scorretto se non riportasse questa frase: che un simile calcio non potrebbe essere realizzato in modo efficace senza giocatori di grande talento.
Un gioco così esigente è stato realizzato con giocatori di straordinario talento :
- tecnico (Romario, , Stoichkov, , Rivaldo, , Etoo, Henry, Messi, Alves, Pique, Villa...)
- di pensiero (Guardiola, Koeman, De Boer, Marquez, Xavi, Iniesta, Busquets...)
- di disciplina (Bakero, Luis Enrique, Cocu, Sergi, Puyol..).
Stefan Kovacs, il tecnico inventore, assieme a Michels, nell’Ajax, del calcio totale, sintetizza con chiarezza: “Un giocatore non è certamente un automa e non dovrebbe mai giocare una partita così. Proprio al fine di esprimere la loro personalità è necessaria una partitura, come un violinista o un autore. E' da questo che il loro comportamento in campo evolve, aggiungendo a ciò il necessario rigore, il lavoro di creazione e la propria classe”.
Questo rapporto tra talento e tattica è reciproco:
- da una parte la struttura tattica è al servizio del talento a disposizione, e a questo si applica, cioè mira a far rendere al massimo le caratteristiche dei singoli;
- dall’altra la selezione del talento avviene sulla base della filosofia tattica che negli ultimi 20 anni ha guidato il calcio del club.
E’ dunque un circolo virtuoso animato da una dinamica di forte meritocrazia. Se infatti la lista , sopra espressa, dei talenti del barca 88-2011 fa girare la testa, non credo sia di secondo piano quella dei talenti che sono stati esplicitamente ceduti nel picco della loro fortuna:
Maradona a 24 anni, a 29 anni, Romario a 28 anni, a 30 anni, a 28 anni, Ronaldo a 22 anni, Rivaldo a 30 anni, a 31 anni, a 28 anni, Etoo a 28 anni Ibra a 28 anni…
Nessun paragone possibile con la Roma (si entrerebbe nel merito delle finanze e non voglio assolutamente), se non ricordare che un progetto definito e durevole ha questo grande vantaggio: il fatto di poter direzionare il talento in base al quale selezionare i giocatori.
Ecco che quello che sembra un calcio lasciato in ‘ostaggio’ ad allenatori molto tattici, esigenti e rigidi, in realtà si dimostra un tipo di calcio che, oltre a mettersi al servizio del talento, potrebbe consentire a un club di avere molte garanzie quando si acquista (o si investe su) un nuovo talento, che puo’ essere inserito in un contesto tattico noto e sperimentato e che va aldilà della personalità del singolo allenatore.
E questo in gran parte spiega la politica, molto interessante, che prevede la cessione della ‘stella’ attorno ai 29-30 anni.
Nel rapporto tra tattica e tecnica, tra prevedibilità e imprevedibilità, ripetitività e genio, si potrebbe, volendo, andare oltre, osare su territori più teorici e ‘difficili’ da seguire, ma di assoluto fascino, al limite dello studio dei sistemi.
Oscar Cano Moreno, allenatore autore del libro "Modelo de juego del F.C. Barcelona", che ha seguito quotidianamente il lavoro di Guardiola, ha parlato di “disorganizzazione organizzata”, nel descrivere il rapporto tra il supporto tattico e il talento individuale.
“Parliamo di una squadra con una miriade di automatismi , di regolarità molto concrete, però queste sono sempre al servizio del talento dei giocatori. .. Quella stessa ‘disorganizzazione’, creata dalla genialità di simili giocatori quando giocano assieme, va generando un’altra forma di ordine. Questo credo sia una differenza tra il Barcelona e altre squadre”.
Così, parlando della ricerca dell' "uomo libero" (lo spazio), che in fase offensiva è la direttiva per trovare sbocchi da gol, Cano riconosce la presenza di tanti automatismi e regolarità , "ma la differenza come sempre in questo gioco la fanno i grandi giocatori".
Specificità fisica
In merito alla fisicità della squadra, Guardiola ha operato una scelta netta e drastica: privilegiare giocatori agili, piccoli e leggeri. Chiunque nota questa caratteristica anche solo guardando per pochi minuti una partita del Barca. Proprio questa settimana Sconcerti evidenzia questo punto in un articolo su Sette. Fatto salvo che la base del lavoro del ‘Pep’ è costruita da molte delle teorie di cui ho riassunto nel topic, è evidente che la strada maestra verso il “piccolo aggiustamento” che avrebbe dato alla Cappella Sistina dipinta da Mastro Johann , sia lastricata della scelta di puntare sull’agilità fisica: giocatori dinamici per un calcio elastico, che con la loro fisicità esaltano:
- in fase difensiva la possibilità di realizzare un pressing sempre carico di raddoppi e triplicazioni (estremizzazione del Milan di Sacchi, come visto sopra);
- in fase offensiva la possibilità di creare movimento e con esso spazi da occupare con rapidità ed efficacia.
E’ un tema noto ed evidente, ma andare a leggere i dati delle stelle attuali del Barca fa impressione, perché davvero sembra una squadra costituita da ‘freaks’.. (considero solo esterni di difesa + centrocampisti di costruzione + attaccanti):
nome – peso – altezza
ALVES 64 171
ADRIANO 67 172
XAVI 66 170
INIESTA 65 170
THIAGO 71 172
FABREGAS70 180
VILLA 69 175
PEDRO 64 169
MESSI 67 169
SANCHEZ 69 170
AFELLAY 76 180
Pedro pesa 64 chili. Nessun centrocampista supera i 70 chili. Se escludiamo la (poco soddisfacente) riserva Afellay e il neo acquisto Cesc, nessuno dei giocatori ‘di movimento’ supera i 170 cm, a eccezione di Villa.
Per avere un’idea, la Roma è messa così:
ROSI 80 184
ANGEL 75 182
CICINHO 68 172
TADDEI 70 176
PERROTT 71 180
PJANIC 68 180
GAGO 72 178
PIZARRO 64 170
SIMPLICI 69 173
LAMELA 74 183
BORINI 77 180
BORRIELL 73 180
OSVALDO 81 182
BOJAN 65 170
TOTTI 82 180
Per dire, Borini pesa 13 chili più di Pedro; Angel e Rosi sono entrambi 10 cm e quasi 15 chili più alti e pesanti di Alves e Adriano; Pjanic è 10 centimetri più alto di Xavi e Iniesta; Totti, Osvaldo e Borriello accumulano una media di 20 tra cm e chili in più rispetto al trio di punte blaugrana. L’unico attaccante coi parametri in regola è Bojan Krkic che, come sappiamo, è ancora un giocatore del FC Barcelona…
Per capirci, il Barca di Rijkaard campione d’Europa 2006, che Guardiola ha ereditato nel 2008, era una squadra più disomogenea, difatti anche meno armonica sul campo:
V.BRONCK. 67 178
OLEGUER 82 187
DECO 73 174
INIESTA 65 170
RONALDINH80 182
GIULY 62 164
ETOO 75 180
I dati danno dunque evidenza della scelta drastica del Pep, cominciata con l’allontanamento di Ronaldinho e Etoo, proseguita col fallimento dell’esperimento Ibrahimovic, e terminata con l’ingaggio di Sanchez , ennesimo “nanetto volante” ma anche giocatore già indottrinato a un certo calcio, essendo stato, nel Cile, agli ordini di Bielsa, altro mentore di Guardiola , che colgo finalmente l’occasione di menzionare (a proposito, anche lui è in grossa difficoltà, sulla panchina dell’Athletic Bilbao: 1 solo punto in 4 partite . Bisogna avere pazienza, cari baschi…)
.
Ripeto il concetto che il Barca di Guardiola è solo una versione possibile (diciamo l’evoluzione della specie) dei molti ‘barca’ esistiti e che potrebbero esistere. Ma d’altra parte il calcio si evolve nel suo insieme, quindi capire quali siano oggi le armi decisive del barca è necessario perché questa squadra vince (io preferisco dire: gioca bene e con successo) nel calcio contemporaneo (che conosciamo: superveloce, supertattico ecc). Se, in altre parole, l’evoluzione ha fatto emergere l’agilità come componente decisiva nel calcio del barca, è lecito chiedersi, per esempio, se un Giovinco farebbe tanto peggio di un Borriello o anche di Totti stesso.
Anche per questo è molto interessante che LE abbia scelto uno come Osvaldo, là davanti. Segno che il suo calcio può essere diverso da quello di Guardiola.
O no? Di certo, siamo già fuori tema, e fuori capitolo…
Fine 7a parte // segue...
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