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Inviato: martedì 12 luglio 2016, 0:09
Giallo sulla morte del capo ultrà della Juve, l'ombra della Ndrangheta sulle curve
L'omaggio, contenuto nel profilo Facebook dei Drughi Ultra' Curva Sud, al capo ultras della Juventus, Raffaello Bucci, 41 anni, soprannominato Ciccio
Sono state diverse le persone ascoltate in questi giorni in procura, a Torino, nell'ambito dell'inchiesta sui tentativi di infiltrazione della 'ndrangheta negli ambienti della tifoseria della Juventus. Fonti vicine alla società bianconera affermano comunque che non si tratta di esponenti del club.
È la procura di Cuneo, intanto, a svolgere gli accertamenti sul caso di Raffaello Bucci, il capo ultras dei Drughi morto suicida l'8 luglio (il giorno dopo essere stato interrogato come testimone dagli inquirenti). L'uomo si è gettato da un viadotto dell'autostrada Torino-Savona all'altezza di Fossano, nel Cuneese.
L'ultima inchiesta sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte ha fatto emergere il «preoccupante scenario» che ha visto «alti esponenti di una importantissima società calcistica a livello nazionale e internazionale (la Juventus - ndr) consentire di fatto un bagarinaggio abituale e diffuso come forma di compromesso con alcuni esponenti del tifo ultras». Lo scrive il gip Stefano Vitelli nell'ordinanza di custodia cautelare siglata la scorsa settimana a carico di 18 persone, nessuna delle quali appartenente alla Juventus, indagate in prevalenza per associazione mafiosa. Si tratta di un filone secondario dell'inchiesta della Dda torinese.
Il giudice è del parere che sia stato questa politica («voi non create problemi di ordine pubblico e noi vi facciamo guadagnare con i biglietti») a suscitare le attenzioni delle cosche. «Avere consentito da parte di taluni responsabili della società juventina un sistema di questo tipo - scrive - ha determinato, fra l'altro, la formazione di un importante giro di facili profitti su cui, come era facile prevedere, hanno messo gli occhi e poi le mani anche le famiglie mafiose operanti in zona, creando un pericoloso e inquietante legame di affari tra esponenti ultras e soggetti appartenenti a cosche mafiose».
Accertamenti della polizia sono in corso da giorni sulla morte di Bucci. Il giorno prima dell'interrogoatorio, l'uomo era stato interrogato come testimone da un pm della procura di Torino nel quadro di un'inchiesta sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte. Bucci, di origini pugliesi, era uno dei capi carismatici dei «Drughi». Il sito «La voce di San Severo» lo ricorda «innamorato del calcio, della Juventus, dei colori bianconeri», e come una figura che «aveva dato il suo forte impulso per il club Drughi di San Severo e della Puglia, punto di riferimento per centinaia di sanseveresi e foggiani che avevano bisogno di un aiuto per un biglietto allo stadio». Alcune settimane fa aveva perso la mamma.
L'omaggio, contenuto nel profilo Facebook dei Drughi Ultra' Curva Sud, al capo ultras della Juventus, Raffaello Bucci, 41 anni, soprannominato Ciccio
Sono state diverse le persone ascoltate in questi giorni in procura, a Torino, nell'ambito dell'inchiesta sui tentativi di infiltrazione della 'ndrangheta negli ambienti della tifoseria della Juventus. Fonti vicine alla società bianconera affermano comunque che non si tratta di esponenti del club.
È la procura di Cuneo, intanto, a svolgere gli accertamenti sul caso di Raffaello Bucci, il capo ultras dei Drughi morto suicida l'8 luglio (il giorno dopo essere stato interrogato come testimone dagli inquirenti). L'uomo si è gettato da un viadotto dell'autostrada Torino-Savona all'altezza di Fossano, nel Cuneese.
L'ultima inchiesta sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte ha fatto emergere il «preoccupante scenario» che ha visto «alti esponenti di una importantissima società calcistica a livello nazionale e internazionale (la Juventus - ndr) consentire di fatto un bagarinaggio abituale e diffuso come forma di compromesso con alcuni esponenti del tifo ultras». Lo scrive il gip Stefano Vitelli nell'ordinanza di custodia cautelare siglata la scorsa settimana a carico di 18 persone, nessuna delle quali appartenente alla Juventus, indagate in prevalenza per associazione mafiosa. Si tratta di un filone secondario dell'inchiesta della Dda torinese.
Il giudice è del parere che sia stato questa politica («voi non create problemi di ordine pubblico e noi vi facciamo guadagnare con i biglietti») a suscitare le attenzioni delle cosche. «Avere consentito da parte di taluni responsabili della società juventina un sistema di questo tipo - scrive - ha determinato, fra l'altro, la formazione di un importante giro di facili profitti su cui, come era facile prevedere, hanno messo gli occhi e poi le mani anche le famiglie mafiose operanti in zona, creando un pericoloso e inquietante legame di affari tra esponenti ultras e soggetti appartenenti a cosche mafiose».
Accertamenti della polizia sono in corso da giorni sulla morte di Bucci. Il giorno prima dell'interrogoatorio, l'uomo era stato interrogato come testimone da un pm della procura di Torino nel quadro di un'inchiesta sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte. Bucci, di origini pugliesi, era uno dei capi carismatici dei «Drughi». Il sito «La voce di San Severo» lo ricorda «innamorato del calcio, della Juventus, dei colori bianconeri», e come una figura che «aveva dato il suo forte impulso per il club Drughi di San Severo e della Puglia, punto di riferimento per centinaia di sanseveresi e foggiani che avevano bisogno di un aiuto per un biglietto allo stadio». Alcune settimane fa aveva perso la mamma.