Una bella storia di azionariato popolare

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Una bella storia di azionariato popolare

Messaggioda carlomatt » giovedì 9 ottobre 2014, 14:50

Portsmouth Fc, dall’inferno del fallimento al bilancio in attivo grazie ai tifosi
Nel 2008 il club di Premier League vince una storica Fa Cup, ma poi fallisce, vittima della speculazione dei suoi ultimi proprietari. La gente si organizza e con l'azionariato popolare salva la società e in un anno e mezzo ripiana i debiti. Una storia da esportazione
di Luca Pisapia | 8 ottobre 2014

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L’azionariato popolare fa bene al calcio, e anche ai suoi conti. Il Portsmouth Fc, storico club che attualmente milita nella quarta serie inglese, ha annunciato sul suo sito che tutti i debiti (che ammontavano a circa 10 milioni) sono stati ripagati, e le casse del club sono finalmente sane con due anni di anticipo sulla tabella di marcia. “Questo club era in una voragine finanziaria e ora siamo riusciti a dargli delle fondamenta solide – ha spiegato a margine dell’annuncio il direttore esecutivo Mark Catlin -, e ci siamo riusciti grazie all’aiuto di tutti, grazie al lavoro e all’impegno della comunità”.

Perché il Portsmouth Fc dall’aprile dello scorso anno è di tutti, è una comunità gestita e amministrata dai suoi stessi tifosi. Questi tramite una colletta hanno prima salvato la loro società dal fallimento, e dalle macerie in cui l’aveva lasciata il turbocapitalismo applicato al calcio, e poi hanno cominciato una gestione virtuosa del patrimonio che in solo un anno e mezzo gli ha permesso di liberarsi di tutti i debiti, pur essendo dovuti ripartire dalla quarta serie. La storia del Portsmouth Fc è paradigmatica. Il club nel 2008 riesce a vincere una storica FA Cup, ma a caro prezzo: l’ex proprietario Alexandre Gaydamak sottrae alla società tutti gli asset solidi e la riempie di debiti facendola entrare in oscuri giochi finanziari. Certo, all’allora tecnico Harry Redknapp sono assicurati campioni strapagati, ma il tutto è la cortina fumogena per loschi affari che lasciano il club sull’orlo del baratro.
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Due anni dopo Gaydamak lascia il club pieno di debiti, e sono addirittura quattro i proprietari del Portsmouth nella stagione seguente: l’ultimo è un affarista di Hong Kong che lo abbandona in amministrazione controllata con centinaia di milioni di debiti. La farsa si completa con il ritorno di Gaydamak e la successiva cessione al lituano Vladimir Antonov, su cui pendono mandati di cattura internazionale per il fallimento di alcune banche. E’ il fallimento definitivo. Il club retrocede di ufficio nelle serie minori ed è gestito dal tribunale fallimentare in attesa che qualcuno si faccia avanti. La Lega calcio britannica, dopo aver permesso a oscuri personaggi di utilizzare il Portsmouth Fc per i loro giochi di finanza creativa, comincia a mettere paletti per il suo acquisto. Ad aprile 2013 i tifosi si organizzano come Pompey Trust nell’azionariato popolare, unica risposta al calcio gestito come speculazione finanziaria, e salvano la loro squadra riacquistandone il marchio e i titoli.

Gli stessi tifosi poi, riescono ad ottenere la proprietà dello stadio a un prezzo definito equo in sede giudiziaria, circa 4 milioni pagabili a rate contro i 15 che pretendeva l’ultima proprietà. I debiti dopo il riacquisto da parte del Pompey Trust ammontano a una decina di milioni, smaltibili secondo un piano quadriennale. Ma la risposta dei tifosi è eccellente – sono oltre 10mila gli abbonati la scorsa stagione, un record per la quarta serie – e in un solo anno e mezzo il Portsmouth Fc riesce a ripagare tutti i debiti. Oggi il Portsmouth Fc è una squadra sana e virtuosa sotto tutti i punti di vista. L’azionariato popolare come modello di calcio pulito, in campo e nei bilanci.
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Re: Una bella storia di azionariato popolare

Messaggioda agente19 » giovedì 9 ottobre 2014, 21:59

Questo è possibile solo in Inghilterra secondo me. In Italia manca la mentalità. Qui c'è gente che compra la maglia taroccata perché costa meno, che se può fregare il prossimo lo fa. L'azionariato popolare è il mio sogno e quando se ne è parlato a Roma io la mia quota l'avrei versata volentieri ma poi ti chiedi chi avrebbe gestito il tutto, se i delinquenti che comandano la Curva Sud sarebbero stati della partita oppure estromessi, se i soliti affaristi che bazzicano la Monte Mario avrebbero tentato di inserirsi per lucrare anche lì e alla fine mi sono detto che è meglio non credere alle favole!
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