Pro Patria-Milan, cori razzisti e i rossoneri se ne vanno
L'episodio allo Speroni di Busto Arsizio, dove all'ennesimo insulto di una frangia di tifosi di casa verso Boateng, Muntari e Niang, capitan Ambrosini ha ritirato la squadra
BUSTO ARSIZIO - Cori razzisti contro i giocatori di colore, ed il Milan se ne va. Episodio senza precedenti al "Carlo Speroni" di Busto Arsizio, dove i rossoneri hanno abbandonato il campo in segno di protesta contro una frangia del pubblico che stava rivolgendo insulti razzisti verso i propri giocatori di colore. Il fattore scatenante è stato l'ennesimo buu razzista nei confronti di Boateng, che a quel punto ha preso il pallone e lo ha scagliato verso la tribuna dove si trovavano gli autori del gesto.
Immediata la presa di posizione di capitan Ambrosini, che si è portato al centro del campo ed ha ritirato la squadra. In precedenza anche Muntari (in particolar modo in occasione di una rete annullata) e Niang, erano stati oggetto di insulti. La sfida è stata prima sospesa e poi ufficialmente rinviata.
In Italia non esiste un vero e proprio precedente, anche se un epidosio analogo si verificò il 25 novembre 2005 nel corso dell'incontro Messina-Inter. Il difensore ivoriano del club siciliano, Zoro, prese il pallone minacciando di abbandonare il campo per i fischi ricevuti dai tifosi nerazzurri in trasferta ma fu convinto a proseguire dai giocatori dell'Inter, in particolar modo da capitan Zanetti. Anche Eto'o fu protagonista di un episodio simile, quando nell'ottobre 2011 ricevette degli insulti da parte dei tifosi del Cagliari e minacciò di abbandonare il campo (l'arbitrò Tagliavento sospese la partita per 3 minuti). Nel Febbraio 2006 quando giocava con il Barcellona, il camerunense, preso
di mira dai tifosi del Saragozza, urlò "me ne voy" dirigendosi verso gli spogliatoi, per poi essere fermato e convinto a continuare a giocare da Ronaldinho.
"Siamo dispiaciuti ed amareggiati per quanto successo però credo che il Milan non rientrando in campo abbia fatto la scelta giusta. Bisogna smetterla con questi gesti incivili - ha commentato il tecnico dei rossoneri Massimiliano Allegri - l'Italia deve migliorare sotto questo punto di vista e diventare un Paese più civile, educato ed intelligente. Spiace per i giocatori della Pro Patria e per la gran parte del pubblico ma non potevamo prendere una decisione diversa. Spero che questa cosa abbia un seguito se dovesse capitare anche in gare ufficiali dai Dilettanti fino alla Serie A".
"Ci impegniamo a tornare qui prima possibile, per permettere anche ai tanti bambini che erano presenti di vedere il Milan in campo. Un segnale, però, andava dato - spiega il capitano Ambrosini -. Non si può tollerare una cosa del genere, non si poteva continuare la partita con questo clima anche perchè bisogna far capire certe cose. Ci dispiace per la stragrande maggioranza di persone che non ha nulla a che vedere con quanto successo, proprio per questo abbiamo preso l'impegno di tornare prima possibile".