Il ritorno di Conte

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Il ritorno di Conte

Messaggioda carlomatt » lunedì 10 dicembre 2012, 16:30

Ieri ho visto lo schifo: microfoni inginocchiati per cogliere ogni battuta del parrucchino gobbo, addirittura su Sky una telecamera dedicata e puntata su di lui per novanta minuti, il pubblico televisivo si è dovuto anche sorbire gli scaccolamenti (in novanta minuti capita, no?) dell'allenatore!
E non stiamo parlando di un allenatore che è stato lontano dalla panchina perchè è stato malato o perchè era stato rapito dai terroristi, no!, stiamo parlando di un allenatore squalificato perchè i giocatori delle squadre che lui allenava si vendevano le partite e lui faceva finta di niente!
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda stargazer » lunedì 10 dicembre 2012, 16:34

Uno schifo totale :puke-huge:

E i cronosti di Sky una massa di servi senza dignità :bow-blue:
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda starking67 » lunedì 10 dicembre 2012, 17:33

di cosa vi meravigliate ?? .... siamo nel belpaese nostrano ...... dove ai potenti si :leccaculo: :leccaculo: :leccaculo: ,,, stò infame andrebbe preso a calci in culo (non dimentichiamo che è coinvolto anche nelle partite combinate quando era allenatore del Bari) ..... ed invece lo si pontifica ........ vergognoso .... anzi agghiacciante :rosica: :rosica:
saluti giallorossi by starking67
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda caligola » lunedì 10 dicembre 2012, 20:22

Ve lo avevo detto che sarebbe stata una pletora di "Bentornaaaatoooo!" "Finalmeeeenteee!" e la merda juventina sarebbe apparsa in tv come una specie di Betancourt che ritorna dopo essere stato rapito dai guerriglieri mentre invece è una persona che e' stata assente perchè condannato in quanto colpevole di aver coperto chi si vendeva le partite.

Ma questa è l itaGlia... sento che il nano si ricandida al "salvataggio" del paese cosi come Montezemolo... non ce' piu da stupirsi di nulla nel belpaese
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda carlomatt » martedì 11 dicembre 2012, 13:35

Conte, come si festeggia un eroe nel Paese dei condannati di ritorno
di Andrea Scanzi | 11 dicembre 2012

Orsù facciam festa, l’Eroe è tornato. Uscito – alfine – vincente da errori giudiziari, storture mediatiche e vili macchine del fango. Rai, Mediaset, Sky: tutti entusiasti. Antonio Conte, domenica, ha sparso il Verbo ai fedeli accorsi. “Questa esperienza mi ha fortificato”; “Ho provato dolore”; “Vado avanti a testa alta, non mi devo nascondere da nessuno”. Il lessico del martire consumato, del Silvio Pellico che avrebbe voluto scrivere Le mie prigioni, ma in mancanza di eloquio consono (“Questa è una squadra che sanno tutti quanti cosa fare”) si è accontentato di regalare una conferenza stampa tragicomica a Youtube.

Era stato assente quattro mesi, crivellato dalla più bieca strumentazione giustizialista. I media, commossi, lo hanno abbracciato. Con deferenza, con commozione. Per lui si sono mobilitati i migliori prestigiatori di parole (“Alla Juve i sorrisi continueranno, anzi conte-nueranno”, SkyTg24). A lui sono state regalate soggettive emozionanti, con la Conte Cam che ne restituiva gesti e mimica, indugiando sul cappellino che – con affettuosa misericordia – nascondeva la vaga irresolutezza tricologica del Prescelto. “La telecamera che gli hanno incollato addosso (..) ci ha dato un verdetto assolutamente confortante: Antonio Conte è lo stesso di qualche mese fa”, rassicurava ieri Repubblica. Meno male: se questi mesi di Golgota e flagelli lo avessero anche solo minimamente scalfito, non ce lo saremmo perdonati . Invece, durante il triste confino, Conte ha perfino cementato l’autoironia, su cui fino a ieri – a giudicare dalle querele o dalle reazioni quando si osa zimbellarne il dorato crine – pareva difettare: “Crozza mi dovrebbe pagare una cena, la sua popolarità è cresciuta. La cosa che mi fa arrabbiare di più è sentire mia moglie che imita Crozza che fa me”. E tutti a scompisciarsi.

Se un alieno si fosse disgraziatamente (per l’alieno) imbattuto nella tivù italiana di domenica pomeriggio, avrebbe immaginato che Antonio Conte fosse appena scampato a un attentato; che avesse attraversato a piedi il deserto del Gobi; che fosse stato rilasciato dopo un lungo sequestro, o anche solo un sequestrino à la Spinaus. Da qui gli osanna trasversali. Nella realtà, che agli alieni interessa (agli umani non sempre), Conte era stato assente – dalle panchine di calcio, non dal mondo libero – perché condannato a 10 mesi (poi scontati a 4) per omessa denuncia. E sempre Conte rischia un nuovo deferimento per Salernitana-Bari del maggio 2009, quando – secondo gli inquirenti – lo spogliatoio dei pugliesi (allenati da Conte) vendette quasi all’unanimità la partita. Ovviamente tutto accadeva senza che lui sospettasse nulla, contrariamente alla nomea di tecnico vincente cui nulla sfugge. Si potrebbe riscontrare, in tali celebrazioni garantiste, qualcosa di eticamente discutibile. Sarebbe un errore. Un eccesso di ingenuo stupore.

Conte merita eccome tali attenzioni, e non solo per la nota deriva dei “giudici tifosi”. Egli è la quintessenza del condannato (di lusso; quelli sconosciuti non hanno claque eguali) che piace ai media. L’emblema di colui che, se anche sbaglia (ed è tutto da dimostrare), lo fa a sua insaputa (e meglio di Scajola). Conte è il complottista che resiste, il caso giudiziario che merita solidarietà a prescindere (anche da Giancarlo Abete, sublime Presidente Figc). Conte non è un’anomalia italiana, realtà iperuranica che crede ancora nel ritorno eterno di Berlusconi: ne è conferma didascalica. Se qualsiasi organismo tende a combattere il virus inoculato, in Italia si opera affinché esso viva e possibilmente proliferi. Ancor più in un microcosmo come quello calcistico, dove non esistono colpevoli, al massimo mele marce residuali e odiosi delatori (tipo Carlo Petrini, lui sì isolato fino alla morte). Lodi imperiture, dunque, ad Antonio Conte, vittima indomita di una congiura “agghiacciante”. L’Eroe è tornato, ferito ma vivo, dal fronte. Lo si incensi come merita. Possibilmente anche di più.

Il Fatto Quotidiano, 11 dicembre 2012
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda stargazer » martedì 11 dicembre 2012, 15:17

Meno male che qualche giornale (insomma... uno) ha potuto scrivere questa cosa.
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda caligola » mercoledì 21 maggio 2014, 18:06

LA RESA DEI CON…TE - NIENTE RINNOVO E NESSUNA FOLLIA SUL MERCATO: ANDREA AGNELLI, IRRITATO COL TECNICO E PRONTO A SOSTITUIRLO CON MIHAJLOVIC, FISSA I PALETTI E SI TIENE CONTE PER UN ALTRO ANNO: IL DIVORZIO NON CONVENIVA A NESSUNO
Nel club è prevalsa la linea Marotta: allenatore che vince non si cambia, ma si tiene fino a prova contraria. Soprattutto se l’alternativa individuata (Mihajlovic) è rischiosa coi tifosi sul piede di guerra nei confronti dell’ex interista - Ma la verità è che un divorzio non consensuale sarebbe costato troppo e nessuno dei due contendenti voleva rimetterci…

Filippo Bonsignore e Roberto Perrone per ‘Il Corriere della Sera'

Colazione con Sinisa, merenda con Antonio. Ed è questa che fa la differenza. La Juventus vota Antonio. In fondo è una storia alla Totò, quella che si è conclusa ieri sera, un po' farsesca. Alle 20.34 ora di Twitter la Juventus cinguetta: «Stagione 2014/15: allenatore Antonio Conte». Stringato e paradossale. Così si conclude la lunga giornata di Andrea Agnelli, vissuta nel tentativo di combinare il presente (e anche il passato) con il futuro.

Non c'è la stretta di mano in diretta, come un anno fa, mentre è identica l'assenza di spiegazioni che manda in archivio le tribolazioni dell'allenatore tricampeon, nell'ultimo mese un tormento per i tifosi bianconeri. Doveva finire ieri sera per forza. L'allenatore scelto per il dopo-Conte, Sinisa Mihajlovic (ricevuto a Torino da Agnelli), aveva comunicato alla Sampdoria che entro oggi, martedì 20 maggio, avrebbe dato una risposta sulla proposta di rinnovo contrattuale al club genovese. A proposito. Il tweet bianconero è paradossale: Conte, come lui stesso aveva sottolineato domenica, ha ancora un anno di contratto. E quindi annunciare che siederà in panchina anche per la stagione 2014-2015 non vuole dire nulla. Prima di ricostruire cosa nasconde il tweet, facciamo un riassunto della giornata.

In una Torino uggiosa fin dal mattino si cerca la sede dell'incontro chiarificatore tra l'allenatore in carica, il presidente e i dirigenti Beppe Marotta e Fabio Paratici. Però, a differenza di un anno fa, il chiarimento avviene lontano dal palazzotto di corso Galileo Ferraris. Probabilmente (ma anche su questo nessuno dei diretti interessati dà soddisfazione) alla Mandria, nella residenza della famiglia Agnelli. Intorno alle 19, Conte è avvistato a Torino, mentre azzanna un gelato insieme con il fratello Daniele. Un'ora e mezzo dopo, ecco il tweet societario.

Oggi «Vota Antonio» è atteso a un tour nel Centrosud tra Melfi e Rieti come conferenziere a un evento Fiat e come prescelto per il premio Scopigno. La vicenda si è risolta in fretta, quasi che le parole di Antonio Conte delle ultime settimane non siano state pronunciate. Domenica sera, alla fine delle sue fatiche annuali, l'allenatore aveva ammesso che, ripensandoci, sarebbe stato meglio stare zitti. Non ha tutti i torti. Bene per i titoli dei media, ma frasi come «questa Juventus non può vincere la Champions» o «non si può entrare in un ristorante da 100 euro con 10 euro» hanno provocato un po' (eufemismo) di irritazione in Andrea Agnelli, che per molto meno ha allontanato Alex Del Piero.

Il presidente era favorevole a chiudere con Conte e avviare un rinnovamento. E non era il solo. Forse anche l'allenatore voleva uscire da trionfatore, convinto che in Europa la squadra, senza grandi investimenti non possa andare lontano e che anche in campionato, con alcuni giocatori fondamentali logorati (e con il Mondiale ad aumentare i problemi), non sia possibile ripetersi ai livelli abissali del 2013-2014.

È successo che le parti si sono assestate su posizioni conosciute. Nel club è prevalsa la linea Marotta, cioè mediazione e conservazione: allenatore che vince non si cambia, ma si tiene fino a prova contraria. Soprattutto se, come in questo caso, l'alternativa individuata (Mihajlovic) è rischiosa, per l'inesperienza del tecnico con una squadra di vertice e per l'opposizione dei tifosi.

Insomma, meglio il noto che l'ignoto. Conte, invece, che non ha chiesto nulla (non si è discusso nemmeno di rinnovo, bizzarro per un chi ha vinto tanto ed è in scadenza nel 2015), forse si è reso conto che questa volta non ci sarebbero stati margini. O sì, o no. Il successore era già sull'uscio. Come il club, ha fatto qualche conto. Ah, last but not the least, nessuno dei due contendenti voleva perdere un tallero. E un divorzio non consensuale è sempre molto dispendioso. Messa così, appare una scelta all'italiana, di retroguardia. A un futuro radioso il compito di smentire questa sensazione.
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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda stargazer » giovedì 22 maggio 2014, 10:56

Insomma, vanno avanti insieme ma nessuno è convinto. L'anno prossimo dovremo essere perfetti, è un'occasione che non si ripresenterà a breve.

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Re: Il ritorno di Conte

Messaggioda carlomatt » giovedì 22 maggio 2014, 12:12

Forse anche gli Agnelli capiscono che in Italia vincono grazie ad arbitraggi compiacenti (avete visto domenica gli abbracci tra Bergonzi e Buffon? Eh, la soddisfazione di averli portati per tre anni consecutivi al tricolore non si può nascondere) mentre all'estero gli sganassoni si sprecano e che Conte è un fenomeno solo al di qua delle Alpi.
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