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Messaggioda carlomatt » giovedì 3 novembre 2005, 12:37

La Juve, le supposte e i taccuini

di er dottor Brega

Ma è vero o no che alla Juventus si usavano tanti farmaci? Aveva ragione Zeman quando disse, nell’agosto del 1998, che il calcio doveva uscire dalle farmacie? E il giornalista Travaglio, che intitolò un suo famoso articolo su L’Espresso "Premiata Farmacia Juventus?". O magari il professor Benzi, consulente di Guariniello, quando disse, in udienza al processo di Torino, che negli spogliatoi della squadra bianconera era stata trovata una dotazione di medicinali pari alla farmacia di un piccolo ospedale? Ma è vero, tutto questo, o no? Sì, è verissimo. Dal processo ne sono emerse decine di esempi. Proviamo a prendere un farmaco a caso: il Voltaren. Tra il 1994 e il 1998 la Juventus ha acquistato 353 confezioni di Voltaren compresse di vario dosaggio; 314 confezioni di Voltaren fiale; 355 confezioni di Voltaren crema o gel; 1 confezione di Voltaren supposte. Dal che si deduce, primo, che i calciatori non amavano le supposte e, secondo che per molti il Voltaren era un’abitudine: permetteva di giocare anche con patologie muscolari, ossee, tendinee, senza sentire dolore. In un anno, Vialli fu sottoposto undici volte ai controlli antidoping post-partita e tutte e undici le volte dichiarò di aver assunto Voltaren prima di giocare. Una sorta, come si è detto più volte in Tribunale, di dipendenza psicologica. E il Voltaren fa male allo stomaco, quindi costringe anche ad assumere gastroprotettori, tipo Mepral o simili.

E poi le flebo. Tutti siamo rimasti colpiti dalla trasmissione della videocassetta in cui Cannavaro mostrava se e i compagni sottoposti a fleboclisi pre-partita in un hotel di Mosca. Siamo rimasti stupefatti. Poi abbiamo appreso, dalle interviste degli addetti ai lavori, che era un cosa normale. Beh, almeno alla Juve sì che lo era. Al processo la somministrazione di fleboclisi o iniezioni endovenose dello stesso farmaco di Cannavaro, il Neoton, o di Samyr, di Esafosfina, di Epargriseovit, di solito prima delle gare e nelle camere d’albergo è stata raccontata da molti: da Zidane a Torricelli, da Montero a Baggio, eccetera eccetera. Tutti prodotti usati al di fuori delle indicazioni: uno era un antidepressivo, un altro un cardioprotettore. Ma i calciatori non erano né depressi, né infartuati. E perché, allora, le facevano, tutte queste flebo? Per aumentare l’energia. Per stimolare il sistema nervoso e la muscolatura, secondo il perito farmacologo professor Muller.
Ma chi decideva quest’uso smodato di farmaci? Ci sono un paio certezze in proposito. La prima è che il dottor Agricola era un’autorità incontrastata nello staff sanitario. La seconda è che gli è riuscito di non lasciare nessuna traccia delle sue prescrizioni. Nei quintali di documenti processuali non è stato trovato nessun foglio, nessuna ricetta firmata da nessun medico juventino, nessun diario clinico con la registrazione di trattamenti farmacologici. Possibile che Agricola e i suoi collaboratori tenessero tutto a mente? Per anni, su parecchie decine di calciatori, per diverse centinaia di medicinali? Non sembra possibile. Eppure tutto è sparito. Solo un testimone, il dottor Fabrizio Verzini che fu collaboratore di Agricola per meno di una stagione, ha parlato dell’esistenza di un’agenda dove si segnavano i farmaci somministrati agli atleti. Non ne è rimasta nessuna traccia. La scomparsa di tutte le registrazioni riguardanti i farmaci è stata considerata dal giudice Casalbore come una prova importante: “come mai” egli ha scritto nella sentenza, ”nessuno ha esibito o prodotto, né nella fase delle indagini preliminari, né nel corso del processo, siffatta documentazione? Come mai si è preferito far credere, contro ogni logica, che tutto fosse affidato alle infallibili doti di memoria del dottor Agricola?”.
A proposito. Non sembra strano a nessuno che una squadra di formidabili belve infuriate, come il Milan che sabato sera ha steso prima di tutto sul piano fisico e nervoso la Juventus imbattuta, dopo tre giorni si sia trasformata, in Champions, nell’ombra si sé stessa? Mah, questo è il bello, o il mistero, del calcio. Scegliete voi.
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