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Messaggioda carlomatt » mercoledì 8 febbraio 2006, 10:28

Cafu: "Perseguitato come Gesù"

"Dal Brasile critiche ingiuste"

Non ci sta più Cafu, che ribatte aspramente alle critiche piovutegli dal Brasile. "Mi sento perseguitato come Gesù Cristo - ha tuonato il terzino del Milan - Nel 1994 dicevano che ero troppo giovane, nel 1998 che non sapevo crossare, nel 2002 che non sapevo difendere e oggi dicono che sono vecchio. Chissà cosa diranno nel 2010... Ho passato quattro mesi di inferno. Quelle che mi rivolgono, sono critiche ingiuste".
Cafu (grazia neri)

Non solo una stagione sicuramente negativa, ma adesso anche le critiche piovutegli addosso dal Brasile. Marcos Evangelista de Moraes, o meglio Cafu, non ci sta e replica agli scettici che dal Brasile ritengono il capitano della Seleçao, insieme a Dida e Roberto Carlos, anelli deboli della squadra di Parreira a tal punto da mettere, addirittura, in discussione la possibilità di vincere la Coppa del Mondo. Infatti, dalle colonne dell'ultimo numero di "Placar", il mensile calcistico per eccellenza in Brasile, emerge la sfiducia del popolo sportivo nei confronti dei tre sopracitati calciatori. Addirittura la testata titola "Pericolo", e nell'articolo si legge: "Dimenticatevi il quartetto magico, il brutto periodo di questo trio minaccia la sesta Coppa del Mondo". Francamente troppo, sia perchè la Coppa va ancora conquistata, sia perchè il futuro di una squadra non può dipendere esclusivamente da questi tre, comunque, grandi giocatori.

A rispondere alle critiche non ci ha pensato due volte Cafu: "Mi sento perseguitato come Gesù Cristo. Nel 1994 dicevano che ero troppo giovane, nel 1998 che non sapevo crossare, nel 2002 che non sapevo difendere, oggi dicono che sono vecchio, chissà cosa diranno nel 2010", ha tuonato il capitano verdeoro. A Cafu non va giù il fatto di essere stato criticato per un periodo negativo determinato da cause di forza maggiore, come i vari infortuni muscolari, la morte del suocero e la malattia del padre: "Ho vissuto quattro mesi infernali - ha dichiarato a "O'Globo" - Ho subito l'infortunio più grave della mia carriera e la morte di mio suocero, per questo motivo ho giocato poco nel Milan, ma di questo in Brasile non se ne parla, le critiche che mi rivolgono sono ingiuste".

In ogni caso, il difensore del Milan ha la piena fiducia del ct Parreira che ha ribadito alla stampa brasiliana: "Lui è il titolare ed il capitano della Seleçao. Non c'è alcun motivo per cambiare. L'esperienza di Cafu non si può mettere in discussione in nessun modo". Inoltre, il ct verdeoro ha ricordato come in passato, in Brasile, si siano sbagliati sul conto di molti giocatori: "Nel 1994 volevano che Taffarel non giocasse così come Branco ed alla fine entrambi si sono rivelati determinanti ai fini della conquista del quarto titolo". Dunque, il "pendolino" non si preoccupi, piuttosto è pensabile che la critica, per un tipo come lui, serva da ulteriore stimolo a fare ancora meglio.
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Re: Levate er vino a questo qua!

Messaggioda Gianni » venerdì 10 febbraio 2006, 18:48

su cafù dissi tutto quello che c'era da dire quando se ne ando' dalla Roma e questo è solo un ennesima conferma...



carlomatt ha scritto:Cafu: "Perseguitato come Gesù"

"Dal Brasile critiche ingiuste"

Non ci sta più Cafu, che ribatte aspramente alle critiche piovutegli dal Brasile. "Mi sento perseguitato come Gesù Cristo - ha tuonato il terzino del Milan - Nel 1994 dicevano che ero troppo giovane, nel 1998 che non sapevo crossare, nel 2002 che non sapevo difendere e oggi dicono che sono vecchio. Chissà cosa diranno nel 2010... Ho passato quattro mesi di inferno. Quelle che mi rivolgono, sono critiche ingiuste".
Cafu (grazia neri)

Non solo una stagione sicuramente negativa, ma adesso anche le critiche piovutegli addosso dal Brasile. Marcos Evangelista de Moraes, o meglio Cafu, non ci sta e replica agli scettici che dal Brasile ritengono il capitano della Seleçao, insieme a Dida e Roberto Carlos, anelli deboli della squadra di Parreira a tal punto da mettere, addirittura, in discussione la possibilità di vincere la Coppa del Mondo. Infatti, dalle colonne dell'ultimo numero di "Placar", il mensile calcistico per eccellenza in Brasile, emerge la sfiducia del popolo sportivo nei confronti dei tre sopracitati calciatori. Addirittura la testata titola "Pericolo", e nell'articolo si legge: "Dimenticatevi il quartetto magico, il brutto periodo di questo trio minaccia la sesta Coppa del Mondo". Francamente troppo, sia perchè la Coppa va ancora conquistata, sia perchè il futuro di una squadra non può dipendere esclusivamente da questi tre, comunque, grandi giocatori.

A rispondere alle critiche non ci ha pensato due volte Cafu: "Mi sento perseguitato come Gesù Cristo. Nel 1994 dicevano che ero troppo giovane, nel 1998 che non sapevo crossare, nel 2002 che non sapevo difendere, oggi dicono che sono vecchio, chissà cosa diranno nel 2010", ha tuonato il capitano verdeoro. A Cafu non va giù il fatto di essere stato criticato per un periodo negativo determinato da cause di forza maggiore, come i vari infortuni muscolari, la morte del suocero e la malattia del padre: "Ho vissuto quattro mesi infernali - ha dichiarato a "O'Globo" - Ho subito l'infortunio più grave della mia carriera e la morte di mio suocero, per questo motivo ho giocato poco nel Milan, ma di questo in Brasile non se ne parla, le critiche che mi rivolgono sono ingiuste".

In ogni caso, il difensore del Milan ha la piena fiducia del ct Parreira che ha ribadito alla stampa brasiliana: "Lui è il titolare ed il capitano della Seleçao. Non c'è alcun motivo per cambiare. L'esperienza di Cafu non si può mettere in discussione in nessun modo". Inoltre, il ct verdeoro ha ricordato come in passato, in Brasile, si siano sbagliati sul conto di molti giocatori: "Nel 1994 volevano che Taffarel non giocasse così come Branco ed alla fine entrambi si sono rivelati determinanti ai fini della conquista del quarto titolo". Dunque, il "pendolino" non si preoccupi, piuttosto è pensabile che la critica, per un tipo come lui, serva da ulteriore stimolo a fare ancora meglio.
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Messaggioda MIG71 » sabato 11 febbraio 2006, 4:34

Triste...tristissimo sentirlo così.

L'ho amato profondamente questo giocatore.
Ma sentrigli dire che andava via perchè aveva paura di fare la fine di Garrincha...
Lui che di miliardi ne ha a palate.... mah!

Si vede che da quando è entrato in contato con il Berluska ha appreso da lui tutti gli stessi "dogmi". Si sente perseguitato da tutti, tutti ce l'ahhno con lui, e come il berluska...SI PARAGONA A CRISTO....

Da agnostico, io li mando a cagare ambedue.

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Messaggioda carlomatt » domenica 12 febbraio 2006, 15:24

MIG71 ha scritto:Triste...tristissimo sentirlo così.

L'ho amato profondamente questo giocatore.
Ma sentrigli dire che andava via perchè aveva paura di fare la fine di Garrincha...
Lui che di miliardi ne ha a palate.... mah!

Si vede che da quando è entrato in contato con il Berluska ha appreso da lui tutti gli stessi "dogmi". Si sente perseguitato da tutti, tutti ce l'ahhno con lui, e come il berluska...SI PARAGONA A CRISTO....

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Effettivamente come giocatore è stato splendido (a parte il fatto che veda la porta più o meno come Dacourt) ma come uomo è veramente una delusione.
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Messaggioda Gianni » domenica 12 febbraio 2006, 19:16

chiedere in brasile se è amato... rimarrete sorpresi...
grande calciatore ???? ma de che ? un vero e grande calciatore è uno che onora la sua maglia, i suoi tifosi fino alla fine non quello che si ferma di giocare 6 mesi prima ! avete la memoria corta eh ?
Cafu no Cafone sicuro !


carlomatt ha scritto:
MIG71 ha scritto:Triste...tristissimo sentirlo così.

L'ho amato profondamente questo giocatore.
Ma sentrigli dire che andava via perchè aveva paura di fare la fine di Garrincha...
Lui che di miliardi ne ha a palate.... mah!

Si vede che da quando è entrato in contato con il Berluska ha appreso da lui tutti gli stessi "dogmi". Si sente perseguitato da tutti, tutti ce l'ahhno con lui, e come il berluska...SI PARAGONA A CRISTO....

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Re: Levate er vino a questo qua!

Messaggioda SpiderMax » domenica 12 febbraio 2006, 20:49

carlomatt ha scritto:Cafu: "Perseguitato come Gesù"

"Dal Brasile critiche ingiuste"


Evidentemente ha un buon maestro

Il presidente del Consiglio ad Ancona incontra i militanti di Fi
e riparla di un fantomatico sondaggio Usa: "Ci dà in testa"
"Proposte scritte sull'acqua"
Berlusconi attacca Prodi
"Io il Gesù della politica, una vittima paziente, mi sacrifico per tutti"
"Bene le querele delle Coop, spiegherò all'Italia. Unione allo sbando"
dal nostro inviato CLAUDIO TITO

<B>"Proposte scritte sull'acqua"<br>Berlusconi attacca Prodi</B>
Silvio Berlusconi ad Ancona

ANCONA - "I programmi della sinistra sono scritti sull'acqua, come sempre". Ormai la campagna elettorale è formalmente iniziata. Dopo aver controfirmato il decreto di scioglimento del Parlamento, Silvio Berlusconi vola ad Ancona per l'ennesimo show che porta al voto del 9 aprile. Il canovaccio è sempre lo stesso: la Casa delle libertà è in ripresa, anzi "da oggi siamo in testa", il centrosinistra è "un'armata Brancaleone" composta da "comunisti" e da dirigenti scelti "con i criteri di un reality show". La loro piattaforma programmatica è evanescente e il vero leader non è Romano Prodi bensì Massimo D'Alema, il "dominus" dell'Unione. Lui, invece, "è il Gesù Cristo della politica", una "vittima paziente" che si sacrifica per tutti.

Il refrain non cambia e pure l'organizzazione del comizio. Ragazze pon pon vestite di blu e di rosso che allietavano i militanti forzisti prima dell'arrivo dell'ospite d'onore e poi la solita banda con il solito coro a cantare l'inno di Forza Italia. Il Palarossini questa volta si è riempito. Ad ascoltare il premier circa 5 mila persone. Che lo hanno applaudito anche per le barzellette. Per lo più indirizzate contro il Professore. Questa volta niente bacchettate agli alleati. Forse perché già sapeva che Pier Ferdinando Casini aveva risposto per le rime alla sua battuta sugli spinelli: "Ha detto che mentre io e Fini fumavamo, lui lavorava? Allora aiutiamolo a riposarsi un po', a dargli un po' di respiro. Altrimenti, a forza di fare tutto lui, noi non sappiamo più cosa fare".

Il Cavaliere insomma se l'è presa soprattutto con l'Unione. "E' più facile ottenere la pace in Medio oriente che far diventare Prodi intelligente", ha esordito. E del resto anche il Financial Times lo ha definito un "perdente, maldestro, gaffeur impenitente". La batteria è stata caricata anche contro la Quercia. "In questi giorni, a tempo perso, sto leggendo l'opera omnia di Lenin e Stalin - ha arringato i suoi fans - e vi assicuro che sono persone che veramente odiano la vita, che veramente fanno male". E ancora: "Leggo che Churchill ci ha salvato dai nazisti. Berlusconi ci salverà dai comunisti". E infine ha raccontato la storia del deserto del Sahara che diventa comunista: "all'inizio non succedeva nulla, poi la sabbia è iniziata a scomparire".

Tanto per rimanere in tema, è tornato sulla polemica con le Coop. "Ringrazio la Lega delle cooperative per la querela - è la sua sfida - mi darà l'occasione di far conoscere in un processo il marcio che c'è tra la Lega coop e i comunisti e cosa è successo nel "pentagono rosso". Una cosa difficile, ha avvertito, anche perché "la magistratura usa due pesi e due misure". Lo stesso metodo che addirittura utilizza l'Istat, l'istituto di statistica, i cui vertici sono stati nominati "dalla sinistra". Ha avuto da ridire pure sui titoli di "Repubblica". "Se un uomo, che poi si scopre di Forza Italia, infila la mano nella gabbia di un leone e poi la ritira subito fuori, sapete come titolano? "Seguace di Berlusconi sottrae il pasto a un immigrato africano".

Da oggi intanto sarà più difficile vederlo tanto spesso in tv, è scattata la par condicio. Berlusconi ironico la considera una "grande legge liberale". Poi però ha quasi minacciato: "Non posso diventare un frate francescano per fare un favore a loro. Anche se sarei capace di belle prediche". Lo show berlusconiano era già iniziato in mattinata a Roma, tra saluti dalla finestra di Palazzo Chigi e passeggiate per le strade del centro, tra applausi e fischi. Il Cavaliere, però, non si arrende.

"Io - ha raccontato - ho superato delle prove, sono stato malato di cancro. Direi che da allora non ho più avuto paura. Quando ero sul lettino che mi portava in una sala operatoria. tutte le altre situazioni sono nulla rispetto a quel rischio. Non mi fa paura più nulla. Considero un dono di Dio essere qui ancora qui a prodigarmi per gli altri".

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