Cafu: "Perseguitato come Gesù"
"Dal Brasile critiche ingiuste"
Non ci sta più Cafu, che ribatte aspramente alle critiche piovutegli dal Brasile. "Mi sento perseguitato come Gesù Cristo - ha tuonato il terzino del Milan - Nel 1994 dicevano che ero troppo giovane, nel 1998 che non sapevo crossare, nel 2002 che non sapevo difendere e oggi dicono che sono vecchio. Chissà cosa diranno nel 2010... Ho passato quattro mesi di inferno. Quelle che mi rivolgono, sono critiche ingiuste".
Cafu (grazia neri)
Non solo una stagione sicuramente negativa, ma adesso anche le critiche piovutegli addosso dal Brasile. Marcos Evangelista de Moraes, o meglio Cafu, non ci sta e replica agli scettici che dal Brasile ritengono il capitano della Seleçao, insieme a Dida e Roberto Carlos, anelli deboli della squadra di Parreira a tal punto da mettere, addirittura, in discussione la possibilità di vincere la Coppa del Mondo. Infatti, dalle colonne dell'ultimo numero di "Placar", il mensile calcistico per eccellenza in Brasile, emerge la sfiducia del popolo sportivo nei confronti dei tre sopracitati calciatori. Addirittura la testata titola "Pericolo", e nell'articolo si legge: "Dimenticatevi il quartetto magico, il brutto periodo di questo trio minaccia la sesta Coppa del Mondo". Francamente troppo, sia perchè la Coppa va ancora conquistata, sia perchè il futuro di una squadra non può dipendere esclusivamente da questi tre, comunque, grandi giocatori.
A rispondere alle critiche non ci ha pensato due volte Cafu: "Mi sento perseguitato come Gesù Cristo. Nel 1994 dicevano che ero troppo giovane, nel 1998 che non sapevo crossare, nel 2002 che non sapevo difendere, oggi dicono che sono vecchio, chissà cosa diranno nel 2010", ha tuonato il capitano verdeoro. A Cafu non va giù il fatto di essere stato criticato per un periodo negativo determinato da cause di forza maggiore, come i vari infortuni muscolari, la morte del suocero e la malattia del padre: "Ho vissuto quattro mesi infernali - ha dichiarato a "O'Globo" - Ho subito l'infortunio più grave della mia carriera e la morte di mio suocero, per questo motivo ho giocato poco nel Milan, ma di questo in Brasile non se ne parla, le critiche che mi rivolgono sono ingiuste".
In ogni caso, il difensore del Milan ha la piena fiducia del ct Parreira che ha ribadito alla stampa brasiliana: "Lui è il titolare ed il capitano della Seleçao. Non c'è alcun motivo per cambiare. L'esperienza di Cafu non si può mettere in discussione in nessun modo". Inoltre, il ct verdeoro ha ricordato come in passato, in Brasile, si siano sbagliati sul conto di molti giocatori: "Nel 1994 volevano che Taffarel non giocasse così come Branco ed alla fine entrambi si sono rivelati determinanti ai fini della conquista del quarto titolo". Dunque, il "pendolino" non si preoccupi, piuttosto è pensabile che la critica, per un tipo come lui, serva da ulteriore stimolo a fare ancora meglio.