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L'Impero Giallorosso a rischio

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 12:26
da stargazer
Apprendo oggi da Punto Informatico che il governo sta varando nel silenzio una "tassa" sui siti web di qualsiasi tipo, paragonandoli a testate giornalistiche e obbligandoli a costose trafile burocratiche. Al di là della considerazione che l'Italia fa ridere il mondo intero, non so se si riuscirebbero a sostenere i nuovi costi. Ma perché ca**o non viviamo in un paese normale? :?

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Il Governo vara la Internet Tax
di Paolo De Andreis
venerdì 19 ottobre 2007

Roma - Questa minaccia era proprio sfuggita agli occhi di Punto Informatico e, purtroppo, anche a quelli di molti altri. Ma non è sfuggita a Valentino Spataro, avvocato di Civile.it, che in un editoriale appena pubblicato avverte tutti del siluro sparato dal Governo contro la rete in pieno agosto e approvato formalmente dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 ottobre.

La novità è presto detta: qualsiasi attività web dovrà registrarsi al ROC, ossia al Registro degli operatori di Comunicazione, se il disegno di legge si tradurrà in una norma a tutti gli effetti. Registrazione che porta con sé burocrazia e procedure.

Il testo parte bene, spiega che "La disciplina prevista dalla presente legge in tema di editoria quotidiana, periodica e libraria ha per scopo la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell'informazione affermato dall'articolo 21 della Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere informati".
Bene, anche perché esplicita che si parla di editoria e non, ad esempio, di pubblicazioni spurie prive di intenti editoriali, come può esserlo un sito personale. Il problema, come osserva Spataro, è che poi il testo si contraddice quando va a definire cosa è un prodotto editoriale.

Una definizione che chi legge Punto Informatico da almeno qualche anno sa essere già oggi molto spinosa e che, con questo disegno governativo, assume nuovi inquietanti connotati:
"Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso" (art 2, comma 1).
Chi avesse ancora dei dubbi su cosa sia prodotto editoriale può leggere il comma seguente del medesimo articolo, che stabilisce cosa non è prodotto editoriale:
"Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico".
Chi ritenesse che questa definizione non si applichi, per esempio, al proprio blog personale dove pubblica di quando in quando un post, dovrà ricredersi passando al comma successivo dell'articolo 2, il terzo comma, che recita:
La disciplina della presente legge non si applica ai prodotti discografici e audiovisivi.
Il Governo, nel redigere questo disegno di legge, non si è dimenticato, peraltro, dei prodotti editoriali integrativi o collaterali che sono quei prodotti, compresi quelli discografici o audiovisivi, che siano "diffusi unitamente al prodotto editoriale principale".

Rimarrebbe una scappatoia, quella delle pubblicazioni, on e off line, che sono sì di informazione o divulgazione, o formazione o intrattenimento, ma non sono a scopo di lucro. Rimarrebbe se solo il Governo non ci avesse pensato. Ed invece dedica alla cosa l'intero articolo 5:
"Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative".
Un paragrafo che dunque non lascia scampo ai "prodotti" non professionali, lasciando forse, ma è una questione accademica, un micro-spiraglio a chi non ottiene o non cerca pubblicità di sorta sulle proprie pubblicazioni.

Qualcuno potrebbe pensare che il solleone ad agosto abbia giocato brutti scherzi. In realtà all'articolo 7 viene raccontato il motivo del provvedimento. Con espresso riferimento a quanto pubblicato online, si spiega che l'iscrizione al ROC serve "anche ai fini delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa".

Senza contare la montagna di introiti extra che il Registro otterrebbe con questa manovra, ne consegue che la giustificazione che viene addotta a questo abominio nuovo provvedimento sia la necessità di tutelare dalla diffamazione. Come se fino ad oggi chiunque avesse avuto mano libera nel diffamare chiunque altro. Il che non è, tanto che più volte siti non professionali e altre pubblicazioni online, anche del tutto personali come dei blog, e anche senza alcuna finalità di lucro, si sono ritrovati coinvolti in un processo per diffamazione.

"Potessero, - conclude Spataro - chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico. Su internet il controllo è più facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sarà il modo migliore per far finire l'internet Italiana".

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 13:08
da fedro_on_the_moon
Stanno superando un altro limite! Star, dai un'occhiata a http://compila.com. E` una azienda che fa hosting in UK a prezzi vantaggiosi. Vedi se hanno tutti i requisiti tecnici che servono al nostro portale e fammi sapere se devo comprare domini o paccheti di hosting. L'unico mezzo problema e` che i domini .it non vengono supportati, ma penso che si possa cambiare per la liberta` di continuare a far esistere IGR senza essere rapinati.

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 14:16
da krabigladiator
Possiamo cercare di vedere anche qui in Thailandia se c'e' la possibilita' di trovare spazio per l'Impero... mi informo e ti faccio sapere

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 15:33
da Ranieri
O anche in Francia

anche se Imperogiallorosso.fr non se po vedere!!!

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 16:39
da stargazer
Se dovessero davvero procedere a ratificare una legge così idiota una soluzione tecnica si troverebbe comunque (anche se il dominio .it sarebbe praticamente inutilizzabile). Il punto è che questi vogliono permettere solo a società editrici e giornalisti di aprire siti web! Ma roba che nemmeno in Iran!

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 17:38
da fedro_on_the_moon
Non penso, spero, che abbiano un intento cosi` illiberale. Mi sono fatto l'idea che stiano solamente cercando di succhiare altri soldi. E comunque se passa sarebbe un'altra zappata sui piedi e un'altra tassa per le industrie italiane, quale e` l'azienda che non ha un sito che fornisce informazioni?

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 18:08
da Ciccio Pallino
Una legge cosi in europa non la fanno passare, ne sono sicuro! Dovranno rimangiarsela.
Ciccio

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 19:11
da Pablo
fedro_on_the_moon ha scritto:Non penso, spero, che abbiano un intento cosi` illiberale. Mi sono fatto l'idea che stiano solamente cercando di succhiare altri soldi. E comunque se passa sarebbe un'altra zappata sui piedi e un'altra tassa per le industrie italiane, quale e` l'azienda che non ha un sito che fornisce informazioni?


Scusa ma non hai letto bene: la legge non si applica "ai siti di informazione industriale" e " aquelli dell'industria audio-video" (vado a memoria)
Quindi significa che si applica ai siti giornalistici e a tutti quei siti che passano informazioni: ovvero i blog (e non solo) che non sono prettamente "personali" insomma , la raggazzina che scrive "oggi mi ha chiamato la mia amica CHiara e siamo andate a fare shopping" non paga (ce mancherebbe) ma se uno racconta per esempio, cosa fa il govenro o il sindaco della sua città, paga.
E lo scopo non è certo "tirare su soldi" dal momento che si possono fare trentamila cose diverse, E poi sarebbero proprio i siti delle grandi industrie che potrebbero dare soldi, mentre invece ne sono esclusi quindi lo scopo direi esplicito, è proprio quello di censurare.
Primo effetto del VAffaday, mi verrebbe da dire...
Ogni tanto ci provano con ste cose, poi bisogna vedere se passano
Per il momento non mi preoccuperei, ma stiamo in campana.

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 19:46
da fedro_on_the_moon
Mi fa piacere essermi sbagliato sui siti di informazione industriale. Ad ogni modo rimane una proposta di legge assurda. Ti pare normale che per raccontare cosa fa il governo debba pagare un bollo (tralasciando la trafila burocratica)ed avere un giornalista o fingermi giornalista che lavora per il mio sito?

Senza polemica, quale sarebbe secondo te lo scopo di una legge del genere? Come possono pensare di imbavagliare chi ha qualcosa da dire quando la soluzione di "migrare" su un server estero e` dietro l'angolo? Secondo me il "tiriamoci su due lire" e` l'unico vero scopo.

MessaggioInviato: venerdì 19 ottobre 2007, 20:21
da ygghur
Perché sorprendersi se questo osceno governo combina l'ennesimo pasticcio? E dico osceno non tanto perché di centro-sinistra, ma perché dall'inizio formato non sulla base di intenti comuni ma di "mettiamo insieme tutti quelli che non vogliono Berlusconi". Non dico che dall'altra parte ci sia una grande coerenza, ma la differenza massima é fra UDC e Lega, che poi in fondo su molte cose non sono poi cosí divaricati, mentre Mastella e Rizzo e Di Pietro proprio non c'azzeccano niente fra di loro (tanto per fare solo un esempio).

MessaggioInviato: sabato 20 ottobre 2007, 0:19
da Romarco
ygghur ha scritto:[...]Non dico che dall'altra parte ci sia una grande coerenza, ma la differenza massima é fra UDC e Lega, che poi in fondo su molte cose non sono poi cosí divaricati[...]


No. La differenza massima è tra an e lega: nazionalisti con secessionisti. Non è l'unica differenza, ma scusa se è poco.

Saluti Romanisti,
Romarco.

MessaggioInviato: sabato 20 ottobre 2007, 15:08
da Pablo
ygghur ha scritto:Perché sorprendersi se questo osceno governo combina l'ennesimo pasticcio? E dico osceno non tanto perché di centro-sinistra, ma perché dall'inizio formato non sulla base di intenti comuni ma di "mettiamo insieme tutti quelli che non vogliono Berlusconi". Non dico che dall'altra parte ci sia una grande coerenza, ma la differenza massima é fra UDC e Lega, che poi in fondo su molte cose non sono poi cosí divaricati, mentre Mastella e Rizzo e Di Pietro proprio non c'azzeccano niente fra di loro (tanto per fare solo un esempio).


Non c'è nessun rapporto tra la presunta coerenza o incoerenza tra forze di governo ed "oscenità", o meglio tentativi di censura.
IN realtà questi tipi di provvedimenti sono sempre stati bipartisan.
In questi giorni Frattini alla commissione europea sta proponendo un progetto di legge che, detta in due soldoni, prevede che i siti dove ci sono varie parole "sensibili" o "a rischio" vengano filtrati. NOn so bene tecincamente come questo accada (credo venga impedita l'indicizzazione sui motori di ricerca)
Sicuramente Star ne sa più di me.
Tra le parole c'è per esempio "genocidio" il che impedirebbe la pubblicità di, poniamo, un sito che propone il genocidio di questo o quello ma censuradi fatto chi ricorda la Shoa o il genocidio degli Armeni.
Ah vsito che sei rockettaro lo sai che hanno sequestrato l'ultimo numero del Mucchio selvaggio? http://toscana.indymedia.org/article/1462.
Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che il "bipolarismo perfetto" verso cui si sta andando equivalga alla dittatura perfetta.

MessaggioInviato: lunedì 22 ottobre 2007, 13:28
da ygghur
Saró qualunquista, ma ormai dire che la politica fa schifo mi pare sia trendy, per cui per una volta mi adeguo ai tempi. Il mitico Mucchio! Negli anni fine '70/ inizo '80 era davvero una bella rivista, poi l'ho un po' perso e adesso preferisco leggere riviste straniere, unico modo sicuro per non leggere notizie relative a musicisti italiani. Chi si ricorda dell'ancor piú mitico Ciao 2001? A ripensarci non era affatto male, un po' ingenuo, ma per anni é stata l'unica rivista che parlasse di rock in Italia, anche se aveva rubriche da brividi come quella dei consigli psicologici...
Da citare anche i primissimi anni di Rockstar (che inizió col nome Popster perché regalava un poster!). Ed anche, per il coraggio, il primo Rumore.

MessaggioInviato: giovedì 1 novembre 2007, 13:17
da fantamor
ygghur ha scritto: Chi si ricorda dell'ancor piú mitico Ciao 2001? A ripensarci non era affatto male, un po' ingenuo, ma per anni é stata l'unica rivista che parlasse di rock in Italia, anche se aveva rubriche da brividi come quella dei consigli psicologici...
Da citare anche i primissimi anni di Rockstar (che inizió col nome Popster perché regalava un poster!). Ed anche, per il coraggio, il primo Rumore.


Che m'hai ricoradato, la mitica rubrica "psic e psic" (se non sbaglio) Poi c'era (o forse c'è ancora) "Rockerilla". Tra le riviste da ricordare inizio anni 90 "velvet" del buon federico guglielmi, che è durata circa un paio d'anni e sostituita dalla suddetta "Rumore".

MessaggioInviato: giovedì 1 novembre 2007, 14:28
da ygghur
Beh, se me l'hanno raccontata bene, la storia di Velvet fu che essendo legati ai socialisti caddero in disgrazia di conseguenza, poi in seguito nacque Rumore, sicuramente c'era gente in comune ma non credo si trattasse di "sostituzione". In ogni caso, le mitiche recensioni del buon Enzo Caffarelli (prima che diventassero multi-giornalista le faceva tutte lui) sono state il primo mattone dell'edificio delle mie conoscenze musicali, era ovviamente progressive-oriented ma molto preparato, ho un piccolo debito di gratitudine con lui.