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Messaggioda agente19 » lunedì 3 settembre 2012, 20:52

Roma, tutti sul carro di Zeman: "Maestro" da sempre, riscoperto a San Siro

ROMA - Avanti c'è posto, salite sul carro. Chi stima e apprezza Zeman – il tecnico prima ancora dell’uomo dai grandi valori sportivi - non può che compiacersi leggendo oggi i giornali italiani.I peana si sprecano. E per gli zemaniani della prima seconda e terza ora, quelli che c'erano prima del ‘98, nel periodo delle denunce, dell'oblio, e della risalita, tanti complimenti al "maestro" come è stato definito dal gotha della stampa, sono musica per le orecchie.
Certo fa un po' sorridere che lo sia diventato "solo" dopo una vittoria a Milano davanti a un allievo che comincia adesso (Stramaccioni), e a 65 anni compiuti, dopo essere stato colpevolmente e spesso volutamente dimenticato. Come se nella sua carriera (resa travagliata dal coraggio di esternare) non avesse divertito (oltre che denunciato), lanciato un'infinità di giocatori (oltre che attaccato un sistema sbagliato), fatto registrare sempre il miglior attacco (sempre superiore rispetto ai gol incassati), realizzato imprese da Foggia a Pescara (nettamente più eclatanti di qualche stagione negativa).

E fa sorridere che "maestro" lo sia diventato (o tornato ad essere, fate voi), dopo una prima di campionato - obiettivamente opaca rispetto ai canoni di Zemanlandia - in cui i detrattori erano già tornati alla carica.

“Lezione di Zeman all’Inter” “Zeman, saggio a San Siro”, “La recita del maestro, Zeman incanta San Siro”… Dal Corriere della Sera alla Stampa passando per i giornali sportivi, è un giusto florilegio di enfasi. Eppure solo domenica scorsa (alla prima di campionato!) già si dibatteva sulla giustezza o meno della scelta di affidare la panchina a un uomo “il cui calcio poteva forse brillare a Pescara, ma Roma è un’altra cosa”. E giù inchiostro per analizzare le scelte sbagliate, le idee strampalate (ma figurarsi Tachtsidis centrale al posto di De Rossi...) e il ruolo inappropriato per il suo alter ego in campo, Totti (che sta a Zeman come Mastroianni stava a Fellini). “Deve giocare 15 metri più avanti e 15 metri più dentro il campo, tra le linee”, aveva detto il boemo dopo il pari col Catania, aggiungendo “non gli è riuscito, ma è lì che deve giocare”. Stavolta a Totti è riuscito e chi sostiene che a San Siro il genio si è ribellato allo schema, dice una inesattezza. Da quando è tornato a Trigoria infatti Zeman ha pensato e disegnato quel ruolo per Totti, in accordo con Totti. Già, Totti.

Dopo la partita col Catania era vecchio e inadattto a tal punto da far passare la cessione della quinta scelta dell’attacco (Bojan) un dramma nazionale, anzi locale perchè si è consumato solo a Roma. La realtà è che se il capitano ha una condizione fisica accettabile (e oggi sta molto bene), messo lì tra le linee della squadra avversaria è ancora il migliore in assoluto e non c’è Snejider, o similari, che gli si può neanche avvicinare. Così va il calcio…

E chissà che Moratti non si sia pentito ieri, vedendo il "maestro" mettere in riga l'allievo, di non aver mai fatto seguire alle parole i fatti assumendolo alla guida dell'Inter. Troppo tardi ormai, forse. Anche se mai dire mai, visto che Zeman col tempo pare migliorare proprio come il vino.

Salite, salite, sul carro di Zeman c’è posto. Alla prima sconfitta tanto chi c’è da sempre tornerà a stare largo. Per ora “il maestro del gioco d’attacco” (Repubblica) e “L’icona del calcio pulito” (striscione interista) si goda gli elogi. Li merita da più di 20 anni.

http://www.ilmessaggero.it/sport/asroma/zeman_roma_maestro_dibattito/notizie/217426.shtml
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