articolo a firma Ugo Trani
Squadra nuova, Antonio vecchio
dal nostro inviato
CASTELROTTO - Spalletti è stufo di rispondere a domande su Cassano. Il primo giorno a Trigoria, ormai un mese e mezzo fa, disse che avrebbe voluto conoscerlo prima di parlarne. Conosciuto in fretta, evita di approfondire. «A me interessa il gruppo, basta parlare solo di lui». E’ la frase che ripete spesso in questi ultimi giorni. Divertente è la risposta sul ruolo del barese nella nuova Roma. Il tecnico di Certaldo racconta quello che possono dare Kuffour e Chivu, Taddei e Mancini, Nonda e Montella, spiega i progressi e i difetti dei giovani, utili in più zone del campo ma troppo presi quando vanno al tiro dal famoso cucchiaio di Totti. Su Totò, il black-out totale dell’allenatore. Secondo lui, ha anche troppo spazio fuori del campo.
Non è solo Spalletti a comportarsi così. Come se fosse in atto un passaparola, tutti i giocatori non entrano nel merito di quelli che sono i comportamenti e gli atteggiamenti di Cassano. Chivu, Panucci, Montella, e ieri, anche l’amico Totti dicono poco o niente. Prendono le distanze dal compagno che si allena con loro, ci mancherebbe altro che non lo facesse, ma che è chiaramente fuori dal coro. In sintesi: se il barese accetta le regole, la squadra lo accetta. Non è un ritornello. Il gruppo conta più del singolo, a nessuno interessa la storia del rinnovo del contratto. I problemi personali non devono intralciare il lavoro di chi vuole riscattare l’orribile stagione passata.
Dopo dodici giorni di lavoro, due certezze: è nuova la Roma, è sempre lo stesso Cassano. La società giallorossa dovrà multarlo perché così pretende Conti, primo responsabile che tutto funzioni al meglio sulle Dolomiti. L’ammutinamento nella prima amichevole, al quinto giorno di ritiro, resta un gesto offensivo, diventato ancora più grave perché il giocatore ha anche mancato di rispetto, davanti a tutti, a Bruno. La cosa incredibile è, però, un’altra. Cassano invece di chiedere scusa a Conti, gli ha tolto il saluto. Da dieci giorni. Dovrebbe mettersi in ginocchio davanti a Bruno, oggi dirigente, che ha avuto tanta pazienza negli ultimi mesi. E invece gli gira le spalle quando passa.
Nemmeno il manager Bozzo è riuscito a convincerlo. Il barese si sente tradito. Da Conti perché ha accettato che Spalletti non lo confermasse vice capitano, dalla società giallorossa che non ha mantenuto le promesse di inizio febbraio, cinque milioni di euro all’anno per cinque stagioni. I colpevoli sono gli altri, mai lui, smascherato definitamente da chi vive nello spogliatoio, vecchi e nuovi. Colpevoli tutti, anche i giornalisti. Testuale: «Voi scrivete male. Ma io sono pieno di soldi, voi siete poveracci. E se voglio vi compro...». Nessuno per ora si compra lui.
Io non so piu' che pensare ma credo che si stia facendo di tutto e di piu' da parte della stampa per accentuare ogni minimo movimento storto di Cassano..che ci mette pero' molto di suo per favorire questi attacchi mediatici.
Speriamo bene!